Test




CARATTERISTICHE TECNICHE:
  • Diametro: 110mm 
  • Focale: 770mm
  • Rapporto focale: 7
  • Categoria: Rifrattore, triplet  air spaced - Fluorostar element - TMB Design-
  • Guadagno luminosità: 250x
  • Max magnitudine: 12
  • Potere risolutivo teorico: 1.05"
  • Peso OTA:  6.kg
  • Numero di diaframmi: 3
  • Larghezza tubo: 115mm
  • Lunghezza tubo retratto: circa 530mm
  • Focheggiatore: da 2,5" ruotabile e demoltiplicato 1:10
  • Produzione: Taiwan






















































































































































































































































































































 William Optics ZenithStar 110mm  

 Lo strumento oggetto del test è un rifrattore apocromatico di casa William Optics, ormai uscito di produzione da svariati anni (purtroppo). Ricalca le stesse caratteristiche del fratello 110 FLT a cui rimando per una lettura dettagliata del mio test. 
Anche quì essendo il progetto ottico il medesimo siamo di fronte ad uno strumento che sulla carta dovrebbe garantire una correzione da vero apocromatico essendo costituito da un tripletto con elemento in Fluorostar sotto progetto ottico del compianto Thomas M. Back (TMB). Il trattamento STM della William Optics dovrebbe inoltre spingere la trasmissione luminosa di questo tripletto ad un livello elevatissimo.
Lo ZenithStar era equipaggiato da una valida valigia in alluminio imbottita, mentro lo spianatore ottico veniva venduto a parte, tuttavia anche qui se ne possono utilizzare di compatibili che fungono anche da riduttori di focale.


 

Costruzione:
 Esteticamete è un po' la "pecora nera" di tutta la serie che veniva offerta in quel periodo da William Optics, difatti era l'unico tubo nero lucido venduto, gli altri risultavano essere tutti bianchi, mentre blu la versione zenithstar 80mm. Intubazione di livello e solidità strutturale sono caratteristiche che si evincono immediatamente estraendo l'ottica dalla valigia in alluminio offerta in dotazione. Il peso della sola ottica intubata è piuttosto importante, siamo attorno ai 6kg senza cercatore e diagonale, motivo per cui è necessaria una montatura di livello per poter usare sia in visuale che in fotografia questo rifrattore.
Esteticamente è uno strumento molto bello, forse il più bel rifrattore che io abbia mai incontrato (questo anche a detta di altri astrofili che lo hanno visto)
Il colore quì è un nero lucido bellissimo con finiture dorate.
Sfilando il tappo metallico  color oro emerge un bell'obiettivo dotato di un antiriflesso che vira verso il verde e l'azzurro violaceo. Buona la pulizia ottica interna, ma ciò che mi sorprende in negativo è la presenza di una serie di diaframmi sagomati da un blocco unico di materiale espanso, praticamente il medesimo che si utilizza per gli imballaggi. Son rimasto molto perplesso anche perchè le sagome non sono precise ed inoltre come ho potuto verificare i diaframmi tagliano il fascio ottico portando l'obbiettivo a circa 102-105mm reali, insomma non è proprio concepita bene la cosa.



L'insolito sistema di diaframmatura dello Zenithstar ottenuto con del materiale espanso molto simile a quello utilizzato per gli imballaggi. Scelta a mio avviso inappropriata





Per questo difetto io ho rimosso le sagome espanse e utilizzato del velluto nero per opacizzare l'interno del tubo, oltre ad aver sfruttato la filettatura a metà percorso che funge da diaframma singolo, come potete vedere in foto, tutte le luci sono soppresse e l'annerimento è analogo ad un Televue NP. Particolarità del tubo come ho accennato è la modularità, ossia la possibilità di svitarlo in due a metà del suo percorso un po' come accade con i telescopi Borg. Aspetto interessante ma abbandonato da William Optics. Il tubo è molto più corto della versione FLT e senza una prolunga di almeno 50mm a fuoco in visuale non si va.   La cella ottica, punto debole di questi strumenti fino a che non è stata sostituita con una in piombo,  dispone di un sistema di collimazione del tripletto a grani che fermano e spostano gli elementi ottici. Questa non possiede il sistema push and pull che regola l'assialità e ortogonalità col gruppo di focheggiatura.

Ma per fortuna in questo esemplare non ho trovato difetti di ortogonalità e la collimazione del tripletto è risultata esemplare.




L'interno mostra una assolutà opacizzazione dopo la mia sostituzione dei diaframmi originali sagomati con la gomma
   
 (Courtesy of Cloudynights)                              (William Optics Catalogue and Focuser info)


Il fuocheggiatore ruotabile e demoltiplicato (vedi sopra) svolge in pieno il suo dovere, l'ho trovato fluido e stabile. La demoltiplica però in alcuni punti del percorso fatica nel rientro. Il sistema Crayford con barra liscia ho notato come nel tempo poi tenda a dare problemi alle demoltipliche, complice anche il sistema di cuscinetti sferici che si può deteriorare generando un movimento a scatto.
Manca anche qui purtroppo di serie una basetta per il cercatore, da acquistare e adattare a parte su una delle viti a brugola presenti accanto al marchio William Optics. Fornito comunque il cercatore a punto illuminato per la rapida ricerca degli oggetti. Questi completamente regolabile presenta la possibilità di cambiare forma del crocicchio personalizzandolo in base ai propri gusti e comodità. La scala graduata incisa sul draw tube consente una precisa regolazione del fuoco fotografico, questa nelle versioni successive è strata sostituita da una scala digitale.
Come ho già detto il fuoco qui risulta molto, ma molto interno motivo per cui occorre una prolunga di almeno 50mm per estrarlo nelle sessioni visuali.
Lo strumento infatti appare più concepito per l'impiego fotografico rispetto all'universale 110 FLT.

Star Test e Cella Ottica:

Varie coppie di grani assicurano la registrazione ed il bloccaggio dei vari elementi. Alla cella ottica ed alla regolazione del tripletto si accede come di consueto in questi strumenti svitanto il paraluce scorrevole.
La mia principale preoccupazione fin dall'inizio era la presenza di eventuale astigmatismo e tensionamenti ottici di cui spesso ho sentito parlare in rete e da alcuni astrofili possessori di telescopi apo della William Optics.
Questa serie monta una cella ottica in alluminio ed un serraggio degli elementi con il consueto filetto da serrare all'interno della stessa. Purtroppo in questo esemplare la colla frena filetto era così tanta che anche a voler smontare gli elementi ottici questo non sarebbe stato possibile e meno male che no ve ne è stato bisogno!
Bene; osservando una stella artificiale è emersa a fuoco la totale assenza di cromatismo,  Anelli ben regolari e luminosi in intrafocale e un pochino più impastati in extra focale a segnalare quindi un residuo di aberrazione sferica. Questi però sono molto più nitidi rispetto al William Optics FLT del mio precedente test, segnalando in questo esemplare una migliore lavorazione ottica.
Rispetto al 110  FLT  le immagini stellari di diffrazione a fuoco sono risultate esemplari con dischi di airy nettissimi, correzione cromatica molto ma molto spinta tale da renderlo davvero definibile come apocromatico puro.
Totale assenza di astigmatismo o tensionamenti. Insomma uno dei migliori star test della mia carriera. Al reticolo di ronchi frange molto nitide e regolari.
Punto di fuoco univoco, aberrazione sferica praticamente assente.

La prova sul cielo :
Con queste premesse ottiche la prova sul cielo è stata superflua; se l'obiettivo era dimostrare la vera qualità di questo telescopio.
Cielo scurissimo a qualsiasi ingrandimento, lo strumento è stato provato in parallelo con un 120 ED ts Photoline fpl53 di alta fattura, un 115/800 Tecnosky anche questo di alta fattura e un Takahashi 102FS che non ha bisogno di presentazioni.
Ebbene tutti i rivali sono stati sorpassati in termini di contrasto, dettaglio e regolarità delle immagini stellari.
Su Venere nessun residuo cromatico, correzione superiore al Takahashi 102FS, se confrontato col 120Ed quest'ultimo un po' svergognava come residuo cromatico e nell'osservazione di stelle doppie. L'unico che reggeva il confronto era il 115/800 Tecnosky, ma con un residuo cromatico lievemente più presente ed una minore correzione sul rosso.
Luna spettacolare, contrasto altissimo anche a 300x, crateri con bordi a lama di rasoio e dettagli minutissimi.
Stelle doppie perfette e separate oltre il limite teorico.
Peccato non erano presenti altri pianeti durante il periodo in cui ho avuto questo rifrattore.
Immagini deep sky e di ammassi stellari come le pleiadi semplicemente emozionanti.



 M42 (sopra) ed il tipletto di galassie nel Leone (sotto): riprese di Marco Magon, precedente proprietario dello Zenithstar 110 oggetto del mio test.




Una regolarità e perfezione delle immagini difficilmente incontrata. Altrettanto mi ha stupito la capacità della cella ottica di reggere li scompensi termici, adattandosi rapidamente e senza introdurre astigmatismo o tensioni. L'elevatissimo contrasto ed il cielo di un nero profondo consente di evidenziare meglio rispetto ai concorrenti presenti, dettagli nebulari ed evanescenti.
Sicuramente anche l'annerimento interno col velluto ha giovato e non poco alla resa ottica ed al controllo della luce diffusa, del tutto assente!

Concludendo: cosa mi è piaciuto di più?
La correzione cromatica di altissimo livello, superiore persino al Takahashi 102FS fluorite.
La resa ottica.
La costruzione bellissima.
Cosa mi è piaciuto di meno?
L'impossibilità di focheggiare senza prolunga ed il fatto che sia uscito di produzione!
Se ne trovate uno nell'usato prendetelo e se avete bisogno della modifica sui diaframmi io sono qui.
Clear skies!

Davide Sigillò