Lo
strumento oggetto del test è un rifrattore apocromatico di casa William
Optics, ormai uscito di produzione da svariati anni
(purtroppo). Ricalca le stesse caratteristiche del fratello 110
FLT a cui rimando per una lettura dettagliata del mio test.
Anche quì essendo il progetto ottico il medesimo siamo di fronte ad uno strumento che sulla carta dovrebbe garantire una correzione da vero apocromatico essendo costituito da un tripletto con elemento in Fluorostar sotto progetto ottico del compianto Thomas M. Back (TMB). Il trattamento STM della William Optics dovrebbe inoltre spingere la trasmissione luminosa di questo tripletto ad un livello elevatissimo. Lo ZenithStar era equipaggiato da una valida valigia in alluminio imbottita, mentro lo spianatore ottico veniva venduto a parte, tuttavia anche qui se ne possono utilizzare di compatibili che fungono anche da riduttori di focale. ![]() Costruzione: Esteticamete è un po' la "pecora nera" di tutta la serie che veniva offerta in quel periodo da William Optics, difatti era l'unico tubo nero lucido venduto, gli altri risultavano essere tutti bianchi, mentre blu la versione zenithstar 80mm. Intubazione di livello e solidità strutturale sono caratteristiche che si evincono immediatamente estraendo l'ottica dalla valigia in alluminio offerta in dotazione. Il peso della sola ottica intubata è piuttosto importante, siamo attorno ai 6kg senza cercatore e diagonale, motivo per cui è necessaria una montatura di livello per poter usare sia in visuale che in fotografia questo rifrattore. Esteticamente è uno strumento molto bello, forse il più bel rifrattore che io abbia mai incontrato (questo anche a detta di altri astrofili che lo hanno visto) Il colore quì è un nero lucido bellissimo con finiture dorate. Sfilando il tappo metallico color oro emerge un bell'obiettivo dotato di un antiriflesso che vira verso il verde e l'azzurro violaceo. Buona la pulizia ottica interna, ma ciò che mi sorprende in negativo è la presenza di una serie di diaframmi sagomati da un blocco unico di materiale espanso, praticamente il medesimo che si utilizza per gli imballaggi. Son rimasto molto perplesso anche perchè le sagome non sono precise ed inoltre come ho potuto verificare i diaframmi tagliano il fascio ottico portando l'obbiettivo a circa 102-105mm reali, insomma non è proprio concepita bene la cosa. ![]() L'insolito sistema di diaframmatura dello Zenithstar ottenuto con del materiale espanso molto simile a quello utilizzato per gli imballaggi. Scelta a mio avviso inappropriata Per questo difetto io ho rimosso le sagome espanse e utilizzato del velluto nero per opacizzare l'interno del tubo, oltre ad aver sfruttato la filettatura a metà percorso che funge da diaframma singolo, come potete vedere in foto, tutte le luci sono soppresse e l'annerimento è analogo ad un Televue NP. Particolarità del tubo come ho accennato è la modularità, ossia la possibilità di svitarlo in due a metà del suo percorso un po' come accade con i telescopi Borg. Aspetto interessante ma abbandonato da William Optics. Il tubo è molto più corto della versione FLT e senza una prolunga di almeno 50mm a fuoco in visuale non si va. La cella ottica, punto debole di questi strumenti fino a che non è stata sostituita con una in piombo, dispone di un sistema di collimazione del tripletto a grani che fermano e spostano gli elementi ottici. Questa non possiede il sistema push and pull che regola l'assialità e ortogonalità col gruppo di focheggiatura. Ma per fortuna in questo esemplare non ho trovato difetti di ortogonalità e la collimazione del tripletto è risultata esemplare. |
La prova sul cielo : Con queste premesse ottiche la prova sul cielo è stata superflua; se l'obiettivo era dimostrare la vera qualità di questo telescopio. Cielo scurissimo a qualsiasi ingrandimento, lo strumento è stato provato in parallelo con un 120 ED ts Photoline fpl53 di alta fattura, un 115/800 Tecnosky anche questo di alta fattura e un Takahashi 102FS che non ha bisogno di presentazioni. Ebbene tutti i rivali sono stati sorpassati in termini di contrasto, dettaglio e regolarità delle immagini stellari. Su Venere nessun residuo cromatico, correzione superiore al Takahashi 102FS, se confrontato col 120Ed quest'ultimo un po' svergognava come residuo cromatico e nell'osservazione di stelle doppie. L'unico che reggeva il confronto era il 115/800 Tecnosky, ma con un residuo cromatico lievemente più presente ed una minore correzione sul rosso. Luna spettacolare, contrasto altissimo anche a 300x, crateri con bordi a lama di rasoio e dettagli minutissimi. Stelle doppie perfette e separate oltre il limite teorico. Peccato non erano presenti altri pianeti durante il periodo in cui ho avuto questo rifrattore. Immagini deep sky e di ammassi stellari come le pleiadi semplicemente emozionanti. ![]() M42 (sopra) ed il tipletto di galassie nel Leone (sotto): riprese di Marco Magon, precedente proprietario dello Zenithstar 110 oggetto del mio test. ![]() Una regolarità e perfezione delle immagini difficilmente incontrata. Altrettanto mi ha stupito la capacità della cella ottica di reggere li scompensi termici, adattandosi rapidamente e senza introdurre astigmatismo o tensioni. L'elevatissimo contrasto ed il cielo di un nero profondo consente di evidenziare meglio rispetto ai concorrenti presenti, dettagli nebulari ed evanescenti. Sicuramente anche l'annerimento interno col velluto ha giovato e non poco alla resa ottica ed al controllo della luce diffusa, del tutto assente! ![]() Concludendo: cosa
mi è piaciuto di più? La correzione cromatica di altissimo livello, superiore persino al Takahashi 102FS fluorite. La resa ottica. La costruzione bellissima. Cosa mi è piaciuto di meno? L'impossibilità di focheggiare senza prolunga ed il fatto che sia uscito di produzione! Se ne trovate uno nell'usato prendetelo e se avete bisogno della modifica sui diaframmi io sono qui. Clear skies! |