Test
CARATTERISTICHE TECNICHE:
- Tipologia: Lente di Barlow
- Fattore moltiplicativo: 2x
- Passo: standard 31,8mm
- Serraggio: colalre in bronzo
- Numero elementi: 3 spaziati in aria
- Trattamento: fully multi coated
- Produzione: China
La Barlow x-cel
abbinata all ortoscopico Baader da 6mm
La Barlow x-cel
montata su un Newton Vixen R200ss
Barlow apo Celestron X-Cel
2x
Costruzione e schema
ottico:
ultima nata in casa Celestron va a sostituire la gloriosa
Barlow serie Ultima, uno dei migliori tripletti apocromatici reperibili
sul mercato. Disponibile nelle versioni 2x e 3x io ho tenuto il test
pubblicato su coelum del modello col minor fattore moltiplicativo.
Viene venduta all'interno di una semplice scatolina di cartone che
reca descritte le principali caratteristiche tecniche del dispositivo,
una volta aperta mostra subito l'attenta cura realizzativa con finiture
di pregio.
L'abbondante rubber gripconsente una facile impugnatura anche
utilizzando dei guanti nelle notti invernali, il blocco degli oculari
avviene tramite un collaudato sistema a collare in bronzo che evita di
rigare l'accessoristica e ne garantisce una perfetta coassialità. Unico
appunto riguarda le dimensioni della vite di serraggio che appare
scomoda all'utilizzo in quanto sottodimensionata.
La diaframmatura e l'opacizzazione interna appaiono efficaci nel
primo tratto del percorso ottico mentre risultano più blande verso
l'innesto dell'oculare rischiando di introdurre abbagliamenti laterali
quando vengono inseriti barilotti corti tipici di oculari per alta
risoluzione.
Otticamente la X-Cel vanta un progetto innovativo che non si
avvale più del semplice doppietto o tripletto cementato, ma distanzia i
primi due elementi ottici cementati dal terzo, costituito da un menisco
correttore fortemente bombato.
La notevole spaziatura ottica e l'asfericità del menisco
dovrebbero garantire una notevole correzione di campo e ridurre
notevolmente il residuo di aberrazione sferica tipica di lenti di
Barlow più modeste o di obsoleta concezione.
L'analisi dei coatings fissati su tutte le superfici ottiche
mostra un'ottima qualità del deposito antiriflesso multi strato che
appare di colore bruno violaceo, privo di disomogeneità, strisci, aloni
o altre impurità che ne pregiudicherebbero la perfezione cosmetica,
dovuta visto il prezzo non proprio basso di questa Barlow.
L'apertura libera del doppietto rivolto verso il piano focale
dello strumento è di 19mm, un valore un po' basso che con oculari ad
ampio field stop potrebbe introdurre delle vignettature ai bordi del
campo in osservazioni visuali. Un aspetto positivo raramente
riscontrato prima d'ora è invece dato dalla presenza di una filettatura
per filtri, utilissimi in fasi di ripresa fotografica o web-cam che
possono così esser avvitati direttamente alla stessa.
Le dimensioni estremamente contenute la rendono inoltre
applicabile a qualsiasi diagonale a specchio o a prisma, senza
rischiare che le meccaniche di questa vadano a graffiare le superfici
ottiche di questi accessori.
La prova sul
campo:
Il test è iniziato dirigendo in osservazione diurna dei rifrattori
Apo e semi-apo da 3-4 pollici di apertura su vari soggetti fortemente
retro illuminati come comignoli, antenne e tegole che si stagliavano
sul cielo fortemente bianco a causa di elevata umidità, condizioni
favorevoli per esasperare il minimo residuo di cromatismo.
L'apocromaticità della X-Cel ha consentito di superare questa
severa prova in modo totale; nessun alone violetto era visibile attorno
ai soggetti inquadrati nemmeno a ingrandimenti compresi tra i 200-300x:
sfocando l'immagine in intra ed extra focale lo spettro secondario dei
rifrattori non si alterava rispetto alla sua naturale entità
progettuale.
L'abbinamento con oculari ad ampio campo apparente e field stop
come un Hyperion da 24mm e un Flat Field da 27mm ha evidenziato come
previsto una decisa vignettatura ai bordi, pari a 1/4 del campo
apparente offerto dall'oculare.
Non ho notato alcun problema nel raggiungere la posizione corretta
di fuoco neanche con oculari che già di per se utilizzano un doppietto
negativo nel loro progetto ottico, come ad esempio i Vixen lv o altre
focali della serie Hyperion.
L'immagine offerta al centro del campo è apparsa priva di
aberrazione sferica e possedeva un alto contrasto generale; i dettagli
visibili con un tripletto apocromatico da 80mm abbinato ad ortoscopico
da 6mm a 200x erano di elevata finezza e neutralità cromatica, la
correzione di campo è risultata totale con immagini prive di
astigmatismo fino ai bordi estremi dove è del tutto assente anche la
curvatura di campo.
Proseguendo il test su un cielo invernale con seeing medio, ho
puntato due rifrattori Orion ED da 80 e 100mm e un Newton puro da 150mm
su soggetti brillanti come Venere, Giove e Sirio. L'abbinamento di
questi con la X-Cel ha confermato come questa (specie col Newton) sia
dotata di una resa realmente apocromatica: anche su Venere nessuna
bordatura o residuo di aberrazione cromatica!
Inoltre sui rifrattori il mezzo disco di Venere si stagliava su un
fondo cielo scurissimo, privo di luce diffusa, cromatismi o
abbagliamenti laterali e si percepivano anche vaghe ombreggiature sul
pianeta, indice di un'alta resa e qualità ottica.
Lo star test eseguito prima a 120X senza utilizzo della 2x e
successivamente con oculare adeguato a raggiungere il medesimo fattore
di ingrandimento, si è mostrato identico come se non avessi inserito la
Barlow.
L'opacizzazione e la diaframmatura interna si sono dimostrate
molto efficaci nel contenere qualsiasi riflesso perimetrale, ottimi i
risultati su Giove anche se il seeing piuttosto ballerino non ha
consentito di spingere ingrandimenti così elevati come ho fatto con
Venere, sfumando i dettagli più fini.
Soddisfacente invece l'osservazione di Marte all' opposizione dal
cui disco emergeva con facilità a 200x la calotta polare, ben staccata
dalla superficie del pianeta...a riprova dell'elevato potere risolutivo
e bontà ottica di questo accessorio particolarmente votato in HI-Res-
In foto:
I coatings antiriflesso multistrato e l'apertura libera del tripletto
apo.
Infruttuoso l'impiego della stessa con oculari ad ampio campo per
osservazioni visuali Deep-Sky: la vignettatura è troppo decisa perchè
si possa sfruttare la correzione ottica di questo dispositivo di
Barlow. L'ammasso aperto delle Pleiadi a 62x (Barlow+ Hyperion 24mm)
mostrava un campo stellare ben puntiforme fino ai bordi ma a scapito di
una decisa caduta di luminosità perimetrale.
Spettacolare invece è stata l'osservazione di M42 con un Plossl da
20mm a 90X (Barlow X-cel e Orion 100ED), l'immagine è
risultata
ad alto contrasto, stelle del trapezio con colori saturi e dischi di
diffrazione molto regolari anche se spostati ai bordi. Analoga conferma
di un campo sempre ben corretto l'ho avuta osservando la Luna in fase
calante, anche quì i dettagli del suolo quali crateri, rime e mari,
seppur trascinati ai bordi del campo apparente, risultavano sempre
nitidi e anastigmatici. Nessun alterazione inoltre della neutralità
cromatica offerta dagli strumenti ed oculari impiegati durante il test.
Conclusioni:
La Barlow Celestron X-cel-2x si è mostrata un accessorio di
elevata qualità ottico-meccanica nettamente superiore anche a storici
modelli come le barlow Meade serie 4000 Japan, rispetto alle quali
vanta una maggiore brillantezza, luminosità delle immagini ad alti
ingrandimenti e neutralità cromatica.La totale assenza di false
dominanti cromatiche e di aberrazioni extra assiali la rendono
realmente apocromatica. Le performance ottiche sfoggiate sono tali da
non far rimpiangere il modello della serie ultima da questa sostituito.
Unica nota negativa è la decisa vignettatura visibile ai bordi con
oculari ad ampio campo apparente e field stop da 20-25mm, un diametro
maggiore delle lenti avrebbe ovviato in una certa misura a questo
inconveniente.
Eccellente accessorio per visualisti e per riprese planetarie via
web-cam ove le modeste dimensioni dei sensori ben si accordano con il
diametro non generoso di questo tripletto, raddoppiar ela focale del
proprio strumento tramite essa consente inoltre di ottenere immagini
più ingrandite sul piano focale e di catturare maggiori dettagli sui
soggetti del sistema solare.
Si ringrazia la Deep-Sky di Firenze per l'esemplare gentilmente
concesso.
Davide Sigillò