Test


CARATTERISTICHE TECNICHE:
  • Diametro: 200mm
  • Focale: 800mm F 4
  • Tipologia: Riflettore Newton
  • Guadagno luminosità: 816x
  • Magnitudine limite visuale: 13,5
  • Ostruzione lineare: 35%
  • Potere risolutivo di Dawes: 0,6"
  • Trattamento ottico: convenzionale in alluminio quarzato.
  • Focheggiatore: Crayford Power linear da 2" con riduzione a 31,8mm, corsa 36mm, demoltiplica 1:10
  • Accessori a corredo: Coppia di anelli, barra vixen, adattatore fotografico 42x0,75 prolunga da 1,25" (47mm di lunghezza)
  • Peso e lunghezza totale: 7,5kg; 730mm
  • Produzione: China (synta Skywatcher)

















Corretto il valore di offset del secondario, si noti nelle due foto l'ottima qualità di intubazione di questo riflettore, caratteristiche raramente incontrate prima su strumenti di questa categoria.





 






       




























 
L'aberrazione di Coma è davvero palese come si vede da uno ripresa della Luna ai bordi del campo.






























































Skywatcher Black Diamond Wide Photo 200 f/4


  Il riflettore in questione appartiene alla categoria di strumenti che molto si addicono all'osservazione e ripresa del profondo cielo. I nuovi Skywatcher Black Diamond Wide Photo sono disponibili nei diametri da 200mm e 250mm, e utilizzano un rapporto di apertura molto forzato (f/4) che genera un'alta luminosità e compatezza del sistema ottico, caratteristiche a cui si aggiungono come vedremo una buona intubazione e lavorazione degli specchi.

Costruzione e Qualità:
 Lo strumento in esame viene fornito, oltre all'ottica con anelli e barra di tipo Vixen, di un tubo di prolunga da 2" che presenta alla base la filettatura per accogliere l'opzionale correttore di coma progettato dalla casa per questa serie di riflettori. Il colore del tubo è oramai il classico nero micalizzato a cui ci ha abituati la Skywatcher, la cella ottica del primario e le meccaniche esterne compreso il focheggiatore sono invece bianche. L'intubazione è buona nonostante vi sia la presenza di una "cerniera" di chiusura del tubo ottico in alluminio ( siamo ben lontani dal Vixen rs200 ) ben nascosta e posta sul lato che viene coperto dalla barra di innesto rapido. All'interno si evidenzia la classica raggiere a quattro lamine sottili che sostengonoil secondario ed il suo relativo supporto, personalmente non amo questa soluzione tecnica che genera evidenti spikes. A metà delle pareti saltano all'occhio una serie di diaframmi che ad un'analisi accurata risultano di pvc, questi sono mobili, ben calcolati, opacizzati e davvero efficaci.In fondo al tubo emerge il primario parabolico da 200mm che incorpora un piccolo adesivo circolare posto al cenro fisico dello stesso al fine di consentirne una precisa e rapida collimazione. Il primario è dotato di una buona riflettività, ma nell'esemplare esaminato ho notato un deciso deposito di polvere, francamente inconcepibileper uno strumento nuovo, il secondario fissato nella sua sede da un nastro bi-adesivo appare perfettamente pulito e privo di imperfezioni. Le dimensioni di quest'ultimo davvero importanti sono di ben 70mm per l'asse minore, al fine di offrire un campo di piena luce e un' operatività totale del primario da 200mm, questo porta però ad un fattore di ostruzione nn inferiore al 35%.
Il valore di off-set dello stesso risulta corretto e le tre viti di regolazione ne consentono un attento centraggio a patto di prestare attenzione a movimenti eccessivi o bruschi che potrebbero piegare le sottili quattro razze della raggiera.

Il primario in pyrex poggia su una classica cella ottica per riflettori ed espone la sua superficie posteriore direttamente all'aria al fine di consentirne un rapido acclimatamento. Stranamente si notano delle bolle di fusione comprese a metà spessore che per fortuna non influiscono sulla resa del telescopio.

 
   In foto: strato di polvere presente sul primario dell' esemplare esaminato di wide photo 200 e da me rimosso prima di effettuare il test.


  Il meccanismo di messa a fuoco è un Crayford power linear con demoltiplica 1:10, è risultato dotato di una buona stabilità che dovrebbe garantirne piena operatività anche con carichi fotografici importanti.
Nel complesso ci troviamo di fronte ad uno strumento compatto, curato ma dal peso elevato (circa 8kg solo l'ottica) e per questo motivo è necessario l'impiego di una montatura equatoriale di tipo Heq5 come condizione minima per poter sperare di ottenere buone foto.

 
 
Star Test
  

          

  
Dall'analisi delle figure di diffrazione e dal loro confronto è emersa una buona qualità ottica, assenza di astigmatismo e/o stress meccanici.
Nella posizione extrafocale (stella artificiale e foto di destra) è evidente come l'elevata ostruzione trasferisca l'energia luminosa dal centro verso i bordi generando un rinforzo degli ultimi anelli di diffrazione e contribuendo a degradare le prestazioni di quest'ottica in ambito planetario e in alta risoluzione. L' elevata sensibilità alle turbolenze si evince chiaramente dalle due foto. La sferica è ben contenuta, appare solo  un lieve sfrangiamento del bordo dell'ultimo anello, ma lo spot centrale è di diametro pressochè identico in entrambe le posizioni analizzate. Davvero una buona lavorazione e lucidatura della superficie. Le linguette metalliche che tengono in sede il primario sono sovra-dimensionate e assieme alle quattro lamine in alluminio che tengono il secondario in posizione generano un' abbondante interferenza col fascio ottico.
Un plauso lo merita l'impiego finalmente di un primario parabolico anche su strumenti di questa categoria che fino ad oggi ( se si eccetuano ottiche di qualità come appunto il vixen)  disponevano di tremendi specchi sferici aperti ad f/4, f/5 incapaci di generare una univoca posizione di fuoco e di sopportare ingrandimenti  di poco superiori alla metà del relativo diametro. E' perciò un piacere constatare come la Skywatcher offra oggi riflettori dotati di specchi parabolici di buona qualità, superando così i grossi limiti che in passato hanno afflitto queste configurazioni e determinato la mediocre fama dei riflettori cinesi. Impensabile era qualche hanno fa disporre di una simile ottica a poco più di 500 euro!

 La prova sul campo:
 
Ovviamente si è reso necessario un lieve controllo della collimazione, lo strumento è stato testato in località extra-urbana a circa 800metri slm, con seeing buono e luna al primo quarto.

Munito di un oculare flat field da 27mm (29x) la messa a fuoco non è stata possibile se non estraendo leggermente l'oculare, il focheggiatore ha un back focus di soli 36mm e la prolunga fornita non è sufficiente per raggiungere il corretto punto di fuoco. Una volta risolto l'inconveniente è stato emozionante scorrazzare nelle regioni più ricche della via lattea individuando con estrema facilità celebri oggetti Messier compresi tra le costellazioni del Sagittario, Aquila e Scudo. Il campo dell'oculare si riempie di una miriade di stelle deboli e nebulose come la Dumbbell si staccano dal fondo cielo dando una sensazione di elevata profondità. L'aberrazione di coma (vedi foto a lato e sotto ) è evidentissima come c'era da attendersi e l'oculare impiegato di certo non aiuta in tal senso, meglio sarebbe dotarsi di oculari tipo LV 30mm, Panoptic o anche plossl a campo curvo come i Meade japan serie 4000.




Lo scatto in proiezione di un flat field da 27mm su alfa aquilae (Altair) mostra l'entità della Coma e gli spikes dovuti all'interferenza della raggiera del secondario

 (NDA: In merito a questa aberrazione intrinseca allo schema ottico esaminato desidero puntualizzare che la corretta dicitura è aberrazione di coma o la coma e non il coma come si legge sempre che è invece il profondo stato di incoscienza reversibile o meno. Coma viene dal greco "la chioma" a segnalare l'aspetto cometario che assumono le stelle o altre sorgenti puntiformi in questo tipo di aberrazioni)
 
 Restando nei dintorni dello Scudo, il celebre ammasso M11, conosciuto anche come wild duck, gia a 50x è apparso completamente risolto e senza utilizzare la tecnica della visione distolta che utilizza i foto recettori dell'occhio chiamati bastoncelli, quelli disposti alla periferia della retina ed a maggior sensibilità e potere risolutivo. Ho potuto ammirare al centro del campo un centinaio di stelle senza alcuna difficoltà!
Salendo con gli ingrandimenti le immagini stellari cominciavano un po' a tremolare, come era logico attendersi vista l'elevata ostruzione centrale, ma nel complesso l'osservazione deepsky di altri oggetti come la nebulosa cigno, il doppio ammasso del Perseo e le nebulose nel Sagittario sono state entusiasmanti, ricordo che siamo di fronte ad un' ottica con un potere di raccolta della luce pari a 816 volte quella di un occhio umano con pupilla dilatata al massimo, un vero pozzo di luce.
Il confronto con rifrattori semi-apo della stessa casa e di apertura compresa tra 80-100mm ha ovviamente visto prevalere il Newton in termini di luminosità dei dettagli visibili in questo tipo di osservazioni, mentre i rifrattori per ovvie ragioni ottiche e geometriche offrivano un'immagine più stabile e contrastata.

L'osservazione della Luna al primo quarto:



  Anche se stiamo parlando di un'ottica destinata alla fotografia e ripresa di oggetti deboli, la buona qualità ottica riscontrata e l'utilizzo di un primario parabolico mi ha invitato ad esaminare le relative performance su soggetti difficili per questo strumento quali Luna, Pianeti e Stelle doppie.
Il risultato è che come confermato dallo star test il contrasto sul nostro satellite è davvero alto, attorno ai 100-150x sembra di avere a che fare con un rifrattore, splendida resa cromatica, elevata finezza dei dettagli, chiaro scuri decisi e rime difficili che saltano subito all'occhio, ottimo il contenimento della luce diffusa grazie ai vari diaframmi interni. Sotto certe angolazioni era visibile però un leggero riflesso generato dalle quattro lamine che sostengono il secondario. Poteri superiori ai 180X si sono dimostrati infruttuosi nelle serate in cui ho tenuto il test.
Un Giove basso sull'orizzonte ha mostrato a 29x un disco accecante, bianco e circondato da quattro fastidiosi baffi luminosi, questi si potrebbero eliminare utilizzando una mono staffa che sostenga il secondario come accadeva nel vecchio Newton Vixen R150.  Salendo di ingrandimento con un Super Plossl Meade serie 4000 japan da 15mm a 53x dal pianeta emergevano le tenui bande equatoriali e i satelliti Medicei. Con un ortoscopico da 9mm a 111x il Wide Photo forniva un'immagine gradevole, ma mai stabile. Di scarso interesse l'impiego di uno strumento come questo su osservazioni di stelle doppie a causa della scarsa capacità dell'ottica di generare dischi di diffrazioni chiari e regolari.La forte ostruzione che si fa davvero sentire, unita ad un tubo ottico aperto non mi ha mai permesso di osservare i dischi di Airy, ottenendo immagini dilatate e tremolanti. A bassi ingrandimenti invece l'assenza di luci diffuse e la resa cromatica pura offrono inappagabili osservazioni di coppie larghe.
In merito all'impiego fotografico è ovvio che questo è il vero terreno di battaglia dell'ottica esaminata...il campo corretto di appena 0,5° necessita di dotare lo strumento immediatamente del correttore di coma dedicato,( vista anche la tendenza ad utilizzare camere ccd con sensori sempre più grandiche coprano l'intero formato) pena fotografie con immagini ai bordi illeggibili...a meno che la ripresa si limiti ad oggetti poco estesi come ammassi globulari o nebulose planetarie.
L'elevato fattore di luminosità ed il rapporto focale estremo consentono di acquisire dettagli minutissimi con pose relativamente brevi se confrontate con quelle che si ottengono con strumenti ad esempio aperti a f10.

Conclusioni:

 E' uno strumento che promuovo a pieni voti in considerazione dell'elevatissimo rapporto qualità-prezzo-apertura, la buona qualità meccanica e costruttiva.
Si avverte un po' la mancanza di alcune finiture di pregio come una scala graduata sul focheggiatore, un buon cercatore 8x50 ed un tubo ottico non incernierato.
Lo specchio parabolico si è dimostrato essere dotato di una buona qualità ottica, peccato per lo sporco presente sulla sua superficie che ho dovuto necessariamente rimuovere per non invalidare il test. Si ringrazia la Deep-Sky di Firenze per l'esemplare gentilmente concesso.