Il
riflettore in questione appartiene alla categoria di strumenti che
molto si addicono all'osservazione e ripresa del profondo cielo. I
nuovi Skywatcher Black Diamond Wide Photo sono disponibili nei diametri
da 200mm e 250mm, e utilizzano un rapporto di apertura molto forzato
(f/4) che genera un'alta luminosità e compatezza del sistema ottico,
caratteristiche a cui si aggiungono come vedremo una buona intubazione
e lavorazione degli specchi.
Costruzione e Qualità:
Lo strumento in esame
viene fornito, oltre
all'ottica con anelli e barra di tipo Vixen, di un tubo di prolunga da
2" che presenta alla base la filettatura per accogliere l'opzionale
correttore di coma progettato dalla casa per questa serie di
riflettori. Il colore del tubo è oramai il classico nero micalizzato a
cui ci ha abituati la Skywatcher, la cella ottica del primario e le
meccaniche esterne compreso il focheggiatore sono invece bianche.
L'intubazione è buona nonostante vi sia la presenza di una "cerniera"
di chiusura del tubo ottico in alluminio ( siamo ben lontani dal Vixen
rs200 ) ben nascosta e posta sul lato che viene coperto dalla barra di
innesto rapido. All'interno si evidenzia la classica raggiere a quattro
lamine sottili che sostengonoil secondario ed il suo relativo supporto,
personalmente non amo questa soluzione tecnica che genera evidenti
spikes. A metà delle pareti saltano all'occhio una serie di diaframmi
che ad un'analisi accurata risultano di pvc, questi sono mobili, ben
calcolati, opacizzati e davvero efficaci.In fondo al tubo emerge il
primario parabolico da 200mm che incorpora un piccolo adesivo circolare
posto al cenro fisico dello stesso al fine di consentirne una precisa e
rapida collimazione. Il primario è dotato di una buona riflettività, ma
nell'esemplare esaminato ho notato un deciso deposito di polvere,
francamente inconcepibileper uno strumento nuovo, il secondario fissato
nella sua sede da un nastro bi-adesivo appare perfettamente pulito e
privo di imperfezioni. Le dimensioni di quest'ultimo davvero importanti
sono di ben 70mm per l'asse minore, al fine di offrire un campo di
piena luce e un' operatività totale del primario da 200mm, questo porta
però ad un fattore di ostruzione nn inferiore al 35%.
Il valore di off-set dello stesso risulta corretto e le tre viti di
regolazione ne consentono un attento centraggio a patto di prestare
attenzione a movimenti eccessivi o bruschi che potrebbero piegare le
sottili quattro razze della raggiera.
Il primario in pyrex poggia su una classica cella ottica per riflettori
ed espone la sua superficie posteriore direttamente all'aria al fine di
consentirne un rapido acclimatamento. Stranamente si notano delle bolle
di fusione comprese a metà spessore che per fortuna non influiscono
sulla resa del telescopio.
In
foto: strato di polvere presente sul primario dell' esemplare esaminato
di wide photo 200 e da me rimosso prima di effettuare il test.
Il meccanismo di messa a fuoco è un Crayford
power linear
con demoltiplica 1:10, è risultato dotato di una buona stabilità che
dovrebbe garantirne piena operatività anche con carichi fotografici
importanti.
Nel complesso ci troviamo di fronte ad uno strumento compatto, curato
ma dal peso elevato (circa 8kg solo l'ottica) e per questo motivo è
necessario l'impiego di una montatura equatoriale di tipo Heq5 come
condizione minima per poter sperare di ottenere buone foto.
Star Test
Dall'analisi delle
figure di diffrazione e dal loro confronto è emersa una buona qualità
ottica, assenza di astigmatismo e/o stress meccanici.
Nella posizione extrafocale (stella artificiale e foto di destra) è
evidente come l'elevata ostruzione trasferisca l'energia luminosa dal
centro verso i bordi generando un rinforzo degli ultimi anelli di
diffrazione e contribuendo a degradare le prestazioni di quest'ottica
in ambito planetario e in alta risoluzione. L' elevata sensibilità alle
turbolenze si evince chiaramente dalle due foto. La sferica è ben
contenuta, appare solo un lieve sfrangiamento del bordo
dell'ultimo anello, ma lo spot centrale è di diametro pressochè
identico in entrambe le posizioni analizzate. Davvero una buona
lavorazione e lucidatura della superficie. Le linguette metalliche che
tengono in sede il primario sono sovra-dimensionate e assieme alle
quattro lamine in alluminio che tengono il secondario in posizione
generano un' abbondante interferenza col fascio ottico.
Un plauso lo merita l'impiego finalmente di un primario parabolico
anche su strumenti di questa categoria che fino ad oggi ( se si
eccetuano ottiche di qualità come appunto il vixen)
disponevano
di tremendi specchi sferici aperti ad f/4, f/5 incapaci di generare una
univoca posizione di fuoco e di sopportare ingrandimenti di
poco
superiori alla metà del relativo diametro. E' perciò un piacere
constatare come la Skywatcher offra oggi riflettori dotati di specchi
parabolici di buona qualità, superando così i grossi limiti che in
passato hanno afflitto queste configurazioni e determinato la mediocre
fama dei riflettori cinesi. Impensabile era qualche hanno fa disporre
di una simile ottica a poco più di 500 euro!
La prova sul campo:
Ovviamente si è reso necessario un lieve controllo della collimazione,
lo strumento è stato testato in località extra-urbana a circa 800metri
slm, con seeing buono e luna al primo quarto.
Munito di un oculare flat field da 27mm (29x) la messa a fuoco non è
stata possibile se non estraendo leggermente l'oculare, il
focheggiatore ha un back focus di soli 36mm e la prolunga fornita non è
sufficiente per raggiungere il corretto punto di fuoco. Una volta
risolto l'inconveniente è stato emozionante scorrazzare nelle regioni
più ricche della via lattea individuando con estrema facilità celebri
oggetti Messier compresi tra le costellazioni del Sagittario, Aquila e
Scudo. Il campo dell'oculare si riempie di una miriade di stelle deboli
e nebulose come la Dumbbell si staccano dal fondo cielo dando una
sensazione di elevata profondità. L'aberrazione di coma (vedi foto a
lato e sotto ) è evidentissima
come c'era da attendersi e l'oculare impiegato di certo non aiuta in
tal senso, meglio sarebbe dotarsi di oculari tipo LV 30mm, Panoptic o
anche plossl a campo curvo come i Meade japan serie 4000.
Lo scatto in
proiezione di un flat field da 27mm su alfa aquilae (Altair) mostra
l'entità della Coma e gli spikes dovuti all'interferenza della raggiera
del secondario
(NDA:
In merito a questa
aberrazione intrinseca allo schema ottico esaminato desidero
puntualizzare che la corretta dicitura è aberrazione di coma o la coma
e non il coma come si legge sempre che è invece il profondo stato di
incoscienza reversibile o meno. Coma viene dal greco "la chioma" a
segnalare l'aspetto cometario che assumono le stelle o altre sorgenti
puntiformi in questo tipo di aberrazioni)
Restando
nei dintorni dello
Scudo, il celebre ammasso M11, conosciuto anche come wild duck, gia a
50x è apparso completamente risolto e senza utilizzare la tecnica della
visione distolta che utilizza i foto recettori dell'occhio chiamati
bastoncelli, quelli disposti alla periferia della retina ed a maggior
sensibilità e potere risolutivo. Ho potuto ammirare al centro del campo
un centinaio di stelle senza alcuna difficoltà!
Salendo con gli ingrandimenti le immagini stellari cominciavano un po'
a tremolare, come era logico attendersi vista l'elevata ostruzione
centrale, ma nel complesso l'osservazione deepsky di altri oggetti come
la nebulosa cigno, il doppio ammasso del Perseo e le nebulose nel
Sagittario sono state entusiasmanti, ricordo che siamo di fronte ad un'
ottica con un potere di raccolta della luce pari a 816 volte quella di
un occhio umano con pupilla dilatata al massimo, un vero pozzo di luce.
Il confronto con rifrattori semi-apo della stessa casa e di apertura
compresa tra 80-100mm ha ovviamente visto prevalere il Newton in
termini di luminosità dei dettagli visibili in questo tipo di
osservazioni, mentre i rifrattori per ovvie ragioni ottiche e
geometriche offrivano un'immagine più stabile e contrastata.
L'osservazione
della Luna al primo quarto:
Anche
se stiamo parlando di
un'ottica destinata alla fotografia e ripresa di oggetti deboli, la
buona qualità ottica riscontrata e l'utilizzo di un primario parabolico
mi ha invitato ad esaminare le relative performance su soggetti
difficili per questo strumento quali Luna, Pianeti e Stelle doppie.
Il risultato è che come confermato dallo star test il contrasto sul
nostro satellite è davvero alto, attorno ai 100-150x sembra di avere a
che fare con un rifrattore, splendida resa cromatica, elevata finezza
dei dettagli, chiaro scuri decisi e rime difficili che saltano subito
all'occhio, ottimo il contenimento della luce diffusa grazie ai vari
diaframmi interni. Sotto certe angolazioni era visibile però un leggero
riflesso generato dalle quattro lamine che sostengono il secondario.
Poteri superiori ai
180X si sono dimostrati infruttuosi nelle serate in cui ho tenuto il
test.
Un Giove basso sull'orizzonte ha mostrato a 29x un disco accecante,
bianco e circondato da quattro fastidiosi baffi luminosi, questi si
potrebbero eliminare utilizzando una mono staffa che sostenga il
secondario come accadeva nel vecchio Newton Vixen R150.
Salendo
di ingrandimento con un Super Plossl Meade serie 4000 japan da 15mm a
53x dal pianeta emergevano le tenui bande equatoriali e i satelliti
Medicei. Con un ortoscopico da 9mm a 111x il Wide Photo forniva
un'immagine gradevole, ma mai stabile. Di scarso interesse l'impiego di
uno strumento come questo su osservazioni di stelle doppie a causa
della scarsa capacità dell'ottica di generare dischi di diffrazioni
chiari e regolari.La forte ostruzione che si fa davvero sentire, unita
ad un tubo ottico aperto non mi ha mai permesso di osservare i dischi
di Airy, ottenendo immagini dilatate e tremolanti. A bassi
ingrandimenti invece l'assenza di luci diffuse e la resa cromatica pura
offrono inappagabili osservazioni di coppie larghe.
In merito all'impiego fotografico è ovvio che questo è il vero terreno
di battaglia dell'ottica esaminata...il campo corretto di appena 0,5°
necessita di dotare lo strumento immediatamente del correttore di coma
dedicato,( vista anche la tendenza ad utilizzare camere ccd con sensori
sempre più grandiche coprano l'intero formato) pena fotografie con
immagini ai bordi illeggibili...a meno che la ripresa si limiti ad
oggetti poco estesi come ammassi globulari o nebulose planetarie.
L'elevato fattore di luminosità ed il rapporto focale estremo
consentono di acquisire dettagli minutissimi con pose relativamente
brevi se confrontate con quelle che si ottengono con strumenti ad
esempio aperti a f10.
Conclusioni:
E' uno strumento che promuovo a
pieni voti in considerazione dell'elevatissimo rapporto
qualità-prezzo-apertura, la buona qualità meccanica e costruttiva.
Si avverte un po' la mancanza di alcune finiture di pregio come una
scala graduata sul focheggiatore, un buon cercatore 8x50 ed un tubo
ottico non incernierato.
Lo specchio parabolico si è dimostrato essere dotato di una buona
qualità ottica, peccato per lo sporco presente sulla sua superficie che
ho dovuto necessariamente rimuovere per non invalidare il test. Si
ringrazia la Deep-Sky di Firenze per l'esemplare gentilmente concesso.