Test





CARATTERISTICHE TECNICHE:
  • Tipologia: oculare Extreme Wide Angle
  • Schema ottico: 9 elementi (non dichiarato)
  • Focali: 20mm, 9mm, 5mm,  3,5mm
  • Campo apparente: 100° (focali 20mm e 9mm)  110° (focali 5mm e 3,5mm)
  • Trattamento ottico: Fully Multy Coated
  • Passo: 50,8 nel 20mm  31,8/50,8mm nelle altre focali
  • Peso circa 1kg la focale da 20mm, circa 550 gr le altre.


















































 "Ciascuna focale dispone di un paraluce regolabile che rimane in posizione"










 Le dimensioni del 20mm, qui inserito in uno specchio diagonale da 2"



 "Ciascuna focale, eccetto il 20mm, offre la possibilità di svitare il barilotto da 2" e di essere utilizzata nel passo da 31,8mm "
In foto il 5mm


































Il gruppo ottico finale del TS 20mm XWA













 Focale da 9mm, ottima la cura nei dettagli al fine di contenere tutti i riflessi indesiderati, si noti il sistema di diaframmatura e di  scanalature presenti nella meccanica.






Focale da 5mm, svitata del barilotto da 50,8mm, si nota l'ottimo anti riflesso e l'attenzione costruttiva che si traducono in prestazioni anche in alta risoluzione di tutto rispetto.



Sopra il gruppo ottico finale del TS XWA 3,5mm, uno dei più performanti in alta risoluzione dell'intera serie.



















































Oculari TS - XWA Series






 Davvero ormai lontani i tempi in cui possedere un oculare con 55-65° di campo era considerato privilegio. Ricordo come un vecchio Vixen AV da 4mm (oggi introvabile) veniva definito nel 1994 sul catalogo Vixen, grazie ai suoi 50° di campo, un grandangolare.
Oggi Telescope Service propone a suo marchio una serie di oculari denominati Extreme Wide Angle, con ben 110° di campo apparente nelle focali da 5mm e 3,5mm,  e 100° in quelle da 20mm e 9mm.
Se un campo così grande può sembrare a molti astrofili un'esagerazione c'è da dire che in osservazioni deep sky di oggetti estesi come nebulose, ammassi globulari od osservazioni lunari/planetarie un simile campo apparente rende ineguagliabile la godibilità osservativa, offrendo la famosa "passeggiata nello spazio", consentendo di ottenere inoltre un campo reale che abbraccia ampie zone del cielo fino a toccare quasi i 4-5 gradi reali, specie in strumenti di corta focale come vedremo. Si ha così la possibilità di inquadrare più oggetti contemporaneamente avvicinandosi al campo visivo che offrono alcuni binocoli, ma con una risoluzione ed una qualità nettamente superiore.




In foto: l'intera serie degli oculari  Telescope Service XWA - Si noti l'eccellente costruzione ed il  trattamento antiriflesso che non lascia penetrare e diffondere luci indesiderate

La costruzione  di questa serie prodotta in Oriente è esemplare e di ottima finitura. Gli oculari mi sono pervenuti per il test all'interno di un robusto imballo che a sua volta conteneva l'intera serie. Ogni oculare è provvisto di una elegante scatola dalla quale pur non vedendone il contenuto si può percepire immediatamente l'imponenza e la dimensione di questa serie di oculari. All'interno della confezione è ricavato nel materiale espanso la sagoma che contiene ciascun oculare, un panno di pulizia ottica e oltre ai tappi copri ottiche inseriti ve ne è anche uno più piccolo per il barilotto da 31,8mm, poichè tre focali su quattro (esclusa quella da 20mm) offrono la possibilità di svitare la meccanica da 50,8mm e di utilizzare quella standard a 31,8mm senza necessità di disporre ad esempio di una diagonale da due pollici.
Le meccaniche in alluminio anodizzato nero lucido, perfette, recano incise le caratteristiche di ciascuna focale e dispongono di un paraluce regolabile in altezza per calibrare a proprio piacere l'estrazione pupillare. Due strisce di gomma siliconica zigrinata ne facilitano la presa ed il peso seppur lontano da quello di un comune Plossl od Ortoscopico o piccolo grandangolare, eccettuata la focale da 20mm, non è esagerato e non grava più di tanto sul peso ed il  bilanciamento dello strumento.




In foto: Costruzione e  package fornito per ciascun oculare XWA

Lo schema ottico non è dichiarato se non nel numero degli elementi che lo compongono e cioè 9 divisi probabilmente in 4/5 gruppi. Il gruppo finale che contiene il dispositivo negativo può essere svitato per accedere alla parte superiore dell'oculare che rappresenta il cuore dello schema ottico. Qui si trova il diaframma di campo (enorme), ben 55mm nella focale da 20! e gli altri poco si discostano da questo diametro. Poichè aumenta la proiezione nelle focali più corte, (ossia la distanza tra il diaframma di campo ed il gruppo barlow) è stato possibile raggiungere 110° senza vignettatura o perdita di luminosità ai bordi. Le lenti di un bell'antiriflesso verde intenso di ultima generazione sono perfette. Prive di graffi, alterazioni dei coatings o altre impurità. La posizione del diaframma di campo, a metà tra il primo grande gruppo ottico e l'ultimo che ne accorcia la focale, fa si che non si notino eventuali particelle di polvere o pelucchi depositati se non quando questi si trovino nella prima lente esterna in cui poniamo l'occhio. Cosa che invece si nota molto in altri grandangolari come gli Hyperion della Baader, I celestron X.cel-lx, Televue Radian e similari.
 
In foto: L'oculare XWA da 20mm, 

La prova iniziata dapprima su paesaggi diurni col fine di evidenziare distorsioni e aberrazioni di campo è stata eseguita su un rifrattore apo da 110mm di apertura e 770mm di focale.
La mia principale "preoccupazione" su questo tipo di schemi si rivolge a note problematiche di basso contrasto e forti aberrazioni che tendono a colpire campi così elevati come quelli offerti da questa serie. E' molto difficile offrire un campo superiore ai 75° riuscendo a contenere in modo deciso aberrazioni cromatiche, immagini fantasma e distorsioni.
Montando in sequenza l'intera serie, dal 20mm quindi passando al 9mm, 5mm, 3,5mm ho subito notato come fosse assente l'errore di parallasse. L'elevata concavità della prima lente (quella su cui si poggia l'occhio) consente di abbracciare l'intero campo offerto in tutte le focali esaminate senza dover roteare troppo l'occhio, aspetto molto positivo. L'estrazione pupillare rimane attorno ai 10mm e nonostante il test si sia svolto d'inverno durante gelide serate e mattine, la lente frontale non si è mai appannata sebbene l'occhio debba stare piuttosto adeso alla meccanica ed alle ottiche. Se in luoghi bui privi di luci laterali non si rende mai necessario alzare il paraluce, questo resta inoltre fisso in posizione a differenza di quello dei Radian Televue che alla minima pressione scivola verso il basso.
L'osservazione di alcuni paesaggi, edifici, antenne, tetti ha subito fatto saltare all'occhio un contrasto ed una nitidezza di alto livello che onestamente non mi aspettavo da un grandangolare; l'aberrazione cromatica è eccellentemente corretta in tutte le focali, si evidenzia solo una lieve cromatica laterale a partire  da 80-90° di campo, ma è totale l'assenza di astigmatismo. Anche la distorsione tipica di questi schemi ottici se pur presente è ben contenuta per i 2/3 del campo visivo e comunque ininfluente nelle osservazioni deep-sky o planetarie.
La nitidezza e brillantezza dei colori è di tutto rispetto, così come il contenimento dei riflessi e la trasmissione luminosa.
Essendo oculari un po' ingombranti montando il 20mm è evidente come si necessiti di una lieve calibrazione e bilanciamento del tubo ottico sulla montatura ed è altresì molto importante disporre di un fuocheggiatore robusto che non slitti specie se si punta allo zenit e che disponga di un meccanismo di blocco a collare con due o tre viti a 120° per assicurare un sicuro bloccaggio di questi accessori.

  Il passaggio ad osservazioni del cielo notturno e dei suoi principali oggetti invernali è stato molto entusiasmante. Ho montato subito il Ts XWA 20mm che nello strumento utilizzato offriva un potere di ingrandimento di 38,5 x. Il campo abbracciato era enorme! Per avere un'idea di cosa si parla allego un paio di elaborazioni fatte dal produttore ove si confrontano il TS xwa 20mm ed uno Antares speerwalers da 17mm e 82° di campo. E' possibile notare come il campo reale abbracciato dal TS sia davvero enorme e come consenta di inquadrare ampie zone del cielo. Ricordo che la zona di cielo inquadrata ovviamente varia al variare della lunghezza focale dello strumento, si può applicare la formula adottata spesso dalla Televue per avere un'idea del reale campo inquadrato da un oculare abbinato al proprio strumento, ossia: (diametro in mm del diaframma di campo / lunghezza focale dello strumento in mm) x  57,3.
In questo caso ad esempio 55mm/770mm x 57,3= 4,09° reali!
Un altro oculare con un field stop ad esempio di 30mm offrirebbe a parità di tutti gli altri dati: 30/770 x 57,3= "solo" 2.23°

Per un' idea concreta delle estensioni di campo ottenibili rimando al sito del produttore ove è tenuta una comparativa tra uno Speerwalers Antares da 17mm e 82° di campo ed il TS XWA da 20mm e 100°.  LINK

Fatto sta che ho iniziato a dirigere il semi Apo da 110mm f/7 con il ts da 20mm nella zona della cintura di Orione e sono stato quasi in grado di abbracciare tutte e tre le stelle che la compongono! Mi ha sorpreso la puntiformità di immagine e come del resto il campo sia realmente fruibile! Il contrasto è davvero alto e le stelle si sono mostrate ben sature nei loro colori naturali e come punte di spillo fino all'ultimo grado del campo offerto.
Uno sguardo alla grande Nebulosa di Orione è stato molto emozionante, effetto passeggiata nello spazio, con M42 che si stagliava bene da un fondo cielo molto scuro e mostrava i deboli ricami delle sue strutture. Il passaggio ad un' ottimo Celestron xcel-lx da 25mm utilizzato in contemporanea ha dato la stessa sensazione che si ha quando si passa ad esempio da un Hyperion ad un comune ortoscopico..
Il contrasto, complice un'ingrandimento anche minore era lievemente più alto nel Celestron, ma la godibilità osservativa e le prestazioni generali tendono tutte verso il Ts. Anche le Pleiadi nell' XWA erano tutte ampiamente contenute a 38,5x nel campo inquadrato, con ampio margine di cielo buio tutto attorno, mentre nel xcel-lx con 60° queste erano contenute a malapena al limite del diaframma di campo.
La Luna ben alta e oltre metà della sua fase ha costituito un test severo per tutte le focali esaminate ed il 20mm ne è uscito alla grande senza mostrare riflessi od immagini fantasma, neanche facendo entrare dal bordo oculare il satellite. Immagini molto contrastate e nitide fino ai bordi. Ho evidenziato solo una tinta lievemente calda, virante verso il giallo ocra ed una certa distorsione ai bordi più estremi che non ha mai disturbato la visione o alterato eccessivamente la qualità dell'immagine.
Alcuni sistemi di stelle doppie osservati, complice anche la buona ottica utilizzata, sono stati davvero gradevoli da ammirare. Un sistema triplo sotto la cintura di Orione offriva stelle estremamente puntiformi, ferme e ben colorate. Uno spettacolo scorrazzare in queste regioni della via Lattea. Questa focale è sicuramente la migliore per impareggiabili visioni a largo campo di sistemi ed oggetti deep sky.

La focale da 9mm ha offerto sostanzialmente lo stesso livello di correzione ottica del fratello maggiore da 20mm, ma con la possibilità di avere ingrandimenti medio - alti. Nello strumento utilizzato si ottenevano 85,5x ed è stato possibile ammirare la superficie lunare ancora nella sua interezza! Davvero spettacolare. Il contrasto rimane molto alto anche in questa focale che è stata confrontata in diretta con un Baader Morpheus da 9mm. Quest'ultimo offriva un contrasto in asse lievemente superiore ed al pari di un ortoscopico di fascia alta, ma risultava penalizzato da una decisa parallasse, un po' difficile da gestire. Aspetto assente nel TS XWA 9mm che seppur dotato di una eye reliefe minore e quindi di un minor comfort osservativo, offriva una visione più appagante. Le osservazioni di stelle doppie strette hanno confermato l'ottima resa di questo oculare e l' assenza di luci diffuse, aspetto poi confermato sul planetario ove i dischi di Giove e Venere erano ben netti, ricchi di contrasto e non hanno evidenziato problemi di immagini fantasma. I dettagli lunari e planetari sono sempre stati all'altezza della resa ottica che in asse ha un Plossl di buona fattura ottica, ma con un surplus di campo pari al doppio! Anche la Nebulosa di Orione era ancora contenuta nel campo oculare restituendo un'immagine molto suggestiva e ancora brillante, stelle inoltre anche qui puntiformi fino ai bordi estremi. Anche i pianeti lasciati scorrere nel campo dell'oculare fino al perimetro del diaframma di campo restano nitidi, eccettuata una certa distorsione angolare negli ultimi 15-10° di campo.

Il 5mm ed il 3,5mm grazie ad una maggiore distanza del piano focale dal gruppo negativo consentono di ottenere 10° in più rispetto alle due focali maggiori di questa serie. Qui il campo è di 110° e in entrambi non ho avuto alcun problema in fase osservativa ad usufruire della sua totalità. Il contrasto è buono nella focale da 5mm mentre è apparso superiore nel 3,5mm.
Il 5mm in osservazioni lunari (154x) ha esibito qualche debole immagine fantasma e abbagliamento facendo entrare il nostro satellite da bordo campo, ma in osservazioni planetarie non ha dato alcun problema. Le immagini sono sempre suggestive e degne di nota. Crateri lunari, rime difficili offrono molti dettagli minuti. Anche le osservazioni di stelle doppie e di ammassi globulari sono state molto gradevoli. Il contrasto del 5mm è buono ma mi è parso lievemente inferiore a quello offerto dalla focale più estrema, il 3,5mm, che in asse a 220x, in osservazioni planetarie e lunari, di globulari e stelle doppie è risultato analogo alle prestazioni offerte da un Radian da 3mm e non ha dato problemi di riflessi indesiderati. Osservando Venere qualche debole abbagliamento a volte l'ho percepito nel 5mm, ma il contrasto ed il controllo della luce diffusa (aspetto critico in questa tipologia di oculari) è sempre stato buono. Giove ha evidenziato una estrema puntiformità dei suoi satelliti in entrambe le focali oltre ad un ottimo contrasto del disco planetario su un fondo cielo molto nero. Il confronto diretto con un Baader Classic Ortho da 6mm  nell'osservazione di questi oggetti  ha visto prevalere quest'ultimo in termini di  purezza di immagine in asse e neutralità cromatica rispetto ai TS XWA. Se osservando i pianeti e le stelle doppie c'è da dire che i 110° di campo si sono avvertiti necessari come anche no (non mai spostato l'occhio verso i bordi estremi di campo) e che le differenze con un buon 68° non sono poi così percepibili è anche vero che nell'osservazione di ammassi globulari od altri oggetti deboli estesi come alcune nebulose la differenza è saltata all'occhio, così come l'esigenza di un campo apparente così ampio. Difatti queste due focali nascono proprio per osservazioni di oggetti deep sky, ove come dicevo l'ampio campo consente di catturare anche in un oculare da 3,5mm "ampie" porzioni di cielo e di contenere ammassi globulari nel campo inquadrato anche ad alti poteri di ingrandimento, come nel caso del luminoso ammasso globulare M13, osservato con soddisfazione e ottima resa in tutte le focali di questa serie. Il 3,5mm mi è personalmente piaciuto molto come oculare in grado di separare doppie strette, catturare deboli dettagli planetari e per osservare con interezza (in telescopi a corta focale) ammassi globulari, oltre ad offrire immagini lunari come se si stesse sorvolando il satellite da un alta quota... L'effetto di passeggiata nello spazio è davvero bello e come dicevo questa focale offre un contrasto in asse che mi è parso superiore a quella da 5mm. Nonostante questi oculari utilizzino 9 elementi ed è risaputo come in high-res questo sia più un difetto che un pregio devo dire che i vetri impiegati ed il trattamento multistrato unito ad una attenta opacizzazione interna sia delle meccaniche che dei bordi lente, hanno offerto prestazioni di tutto rispetto e non così lontane da quelle che offrono oculari "planet killer", sebbene i TS -XWA siano dotati di una tinta lievemente più calda ad esempio dei Genuine Ortho Baader o Radian Televue e nelle focali più corte abbiano mostrato qualche debole immagine fantasma.

Conclusioni: ho apprezzato molto la solidità costruttiva e la buona qualità ottica complessiva, il campo super grandangolare, realmente fruibile e compreso tra i 100-110° è uno spettacolo per gli occhi quando si osservano oggetti di cielo profondo, ammassi, nebulose e globulari. Di tutto rispetto la resa su Luna e Pianeti anche se non possono essere equiparati lontanamente  al contrasto che offrono in asse oculari Ortoscopici. Mi sento di promuovere questa serie di XWA agli amanti delle osservazioni deep sky poichè offre ad un prezzo competitivo un campo enorme e ben corretto per 2/3 dello stesso, unito ad immagini brillanti e nitide, ma non ai puristi poichè la correzione non è globale su tutti i 100-110° e la dominante cromatica tende molto al giallo ocra.
Sono oculari a mio parere perfetti per telescopi rifrattori anche molto aperti (come nel caso degli APO o ED), Dobson e Schimdt Cassegrain, un po meno indicati secondo me su Telescopi Newton puri. La qualità delle immagini è accettabile anche oltre i 65° ove si deteriora un po e compaiono alcune aberrazioni (cromatiche e di distorsione) che non inficiano comunque sulla godibilità osservativa generale.
Nelle tabelle sono riassunti i risultati dei test

Focale 20mm 9mm 5mm 3,5mm
Campo apparente 100° 100° 110° 110°
Aberrazione Cromatica in asse Assente Assente Assente Assente
Aberrazione Cromatica laterale Presente a 2/3 del campo Presente a 2/3 del campo Presente a 2/3 del campo Presente a 2/3 del campo
Immagini Fantasma Assenti Assenti Presenti Lievi
Astigmatismo Assente Assente Assente Assente
Distorsione di campo Evidente a 2/3 del campo Evidente a 2/3 del campo Evidente a 2/3 del campo Evidente a 2/3 del campo
Parallasse Assente Assente Assente Assente
Dominante cromatica Giallo ocra Giallo ocra Giallo ocra Giallo ocra
Contrasto al centro Ottimo Buono Buono Ottimo
Luce diffusa Assente Assente Lieve Assente

 Si ringrazia Teleskope Service Italia per gli oculari gentilmente messi a disposizione del test.

 © Davide Sigillò