Test




CARATTERISTICHE TECNICHE:
  • Diametro: 120mm
  • Focale: 1000mm
  • Rapporto focale: 8.33
  • Categoria: Rifrattore Acromatico
  • Guadagno luminosità: 290x
  • Max magnitudine: 13.1
  • Potere risolutivo teorico: 0,96"
  • Max ingrandimento utile: 240x
  • Peso OTA:  6,4 kg
  • Numero di diaframmi: 3
  • Focheggiatore:crayford da 2" - 1", 1/4
  • Cercatore: 9x50mm
  • Diagonale: 50,8 con riduttore
  • Attacco: standard Vixen
  • Produzione: China






































 




Skywatcher  Evostar 120/1000 Achromatic  Refractor

 Oltre che ad essere stato utilizzato per testare la funzionalità di vari accessori ottici foto-visuali ho avuto modo di saggiare questo strumento in occasione di una mia collaborazione con la Deep-Sky alla notte bianca, una bella serata che si tenne in Firenze nel quartiere Gavinana il 5 Luglio del 2012.
 Il rifrattore è un acromatico classico a due elementi spaziati in aria Crown/Flint con focale di 1 metro e obiettivo di 120mm, apertura che comincia ad essere generosa in questa categoria di strumenti dedicati agli appassionati delle osservazioni planetarie, ma anche del cielo profondo.
Costruzione:
La costruzione è tipica Skywatcher con finiture eleganti per questa serie di strumenti, aspetti che negli anni '90 erano appannaggio di case costruttrici ben più blasonate e inserite in altra fascia di prezzo.
Tubo nero "glitter", paraluce bianco e fuocheggiatore Crayford a pignone e cremagliera.
L'ottica viene venduta sia come sola OTA che in tandem con la montatura eq5, adeguata a sorreggere un tubo che accessoriato si aggira attorno ai 5-6kg.
Possiede una cella ottica collimabile, un cercatore 9x50mm di ottima qualità ed un fuocheggiatore già menzionato ed adeguato alla classe dello strumento, fluido e privo di giochi o movimenti a scatti. Nettamente superiore a modelli ad attrito della stessa casa o di analoga concezione che ho visto equipaggiare ad esempio il nuovo Tal 100rs ( uno dei fuocheggiatori peggiori che io abbia mai visto....)
Lo strumento è provvisto di una valida opacizzazione interna ormai standard, di tre diaframmi ben calibrati più altri due all'interno del tubo di focheggiatura.
Gli anelli e la barra di tipo Vixen fornita a corredo consentono un ancoraggio di quest'ottica alle più comuni montature equatoriali.


 

Da segnalare che il focheggiatore come si vede in foto possiede una flangia di raccordo e ancoraggio al tubo che tramite tre viti di serraggio ne consente la sostituzione con altri prodotti della stessa casa magari demoltiplicati qualora si desideri una strumentazione più precisa in termini di ripresa planetaria.
Il diagonale da 50,8mm si inserisce e si blocca con un sistema a vite anzichè il più attuale e diffuso sistema a collare. Nel complesso l'intubazione la valuto a 7,5 in una scala da 1 a 10.

L'ottica ed il Test :
  La lente obiettivo di questo modello è costituita da due elementi crown - flint dotati di un deciso trattamento antirifesso metallico che dona tonalità verdi-violacee ad una ispezione visuale. Gli elementi sono separati da un o-ring e appaiono privi di polveri, aloni o disomogeneità varie.
Ottima la trasparenza degli stessi, il paraluce bianco è egregiamente opacizzato e preserva l'obiettivo acromatico da eventuali luci parassite.
La cella prevede la possibilità di collimare lo strumento con un classico sistema di tiraggio a vite.
Un obiettivo da 120mm aperto ad f 8.3 consente di ottenere un discreto contenimento dell'aberrazione cromatica e un ottima luminosità a vantaggio di osservazioni di oggetti evanescenti del profondo cielo.
Lo star test effettuato al banco ottico ha evidenziato un ottica ben collimata con un aberrazione cromatica nei limiti della sua presenza teorica per un doppietto acromatico 120/1000. Non ho notato errori zonali, tensionamenti meccanici o altri difetti, la sferica anche se presente risultava ben controllata. Osservazioni diurne con vari oculari nei giorni precedenti hanno evidenziato una ottima correzione di campo, un buon contrasto tipico da rifrattore e una aberrazione cromatica evidente ma nei limiti intrinseci alla configurazione ottica.

Lo strumento è stato montato sulla sua Skywatcher eq5, questa tra la curiosità del pubblico è stata allineata un po " a braccio " essendo la stella polare coperta da alcuni palazzi retrostanti alla postazione osservativa.
Gli oculari di corredo ( un Let da 28mm ) sono stati sostituiti con dei vixen new plossl da 30, 20 e 8mm messi a disposizione dalla Deep-Sky e degli Lv della stessa casa da 15 e 6mm.

A poco più di 30x abbiamo diretto lo strumento verso la brillante alfa Aquilae ( Altair ) la figura di diffrazione ha confermato le prove tenutesi al banco ottico.
Buono il contrasto, fondo cielo abbastanza scuro con poca luce diffusa. Il cromatismo si evidenziava come un debole alone violetto intenso che circondava la luminosissima stella.
Sfruttando il moto di inseguimento della eq5 abbiamo puntato l'evostar verso Saturno che verso le 24 era alto sull'orizzonte di sud-est. L'immagine offerta prima a 33x poi a 50x e infine a 125x ( new plossl 8mm ) e 166x ( vixen nlv 6mm ) è sempre stata nitida e apprezzata dal pubblico presente all'evento. Il pianeta mostrava il suo anello ben netto con a tratti visibile la divisione di Cassini, qualche vaga ombreggiatura sul disco dovuta alle sue bande equatoriali e un fondo cielo scuro ma circondato dal classico alone viola-indico dei rifrattori acromatici.
Il disco planetario era tipicamente giallo carico virante verso il verde, ma il contrasto molto buono anche se non alla pari degli storici Vixen o Kenko Achro da 90-102mm. Il fuocheggiatore ha svolto sempre efficacemente il suo lavoro consentendo una messa a fuoco precisa e priva di scatti, salti o shift image.
La luna che sorgeva verso le 11 e 30, spettacolare sempre con qualunque strumento non è stata inferiore alle aspettative del 120mm Evostar Black Diamond. Con un new Plossl Vixen da 30mm ci ha regalato una bella visione della sua topografia, mari e crateri ben definiti e bordo del terminatore completamente frastagliato. Ad alti ingrandimenti l'immagine tremolava un po per via della turbolenza, ma il contrasto è sempre stato degno di nota. Per i puristi è possibile aumentare il contrasto utilizzando un filtro Fringe Killer ad esempio Baader.
Poichè eravamo in piena periferia cittadina non abbiamo potuto puntare quest'ottica verso i deboli oggetti del cielo profondo anche se alucni ammassi aperti estivi e brillanti stelle come Antares offrivano una visione ottima delle potenzialità di un comune rifrattore da 120mm con un campo ben corretto, modesta curvatura e stelle puntiformi fino al bordo.

Concludendo: L'Evostar BD 120 Achro è sicuramente uno strumento interessante e dall'ottimo rapporto prezzo prestazioni, impensabile disporne negli anni '90 o inizi 2000 quando per un' ottica del genere era necessario sborsare più degli attuali 1000-1200 euro. Oggi con circa 400 euro è possibile portarsi a casa l'OTA Skywatcher accessoriata. Uno strumento adatto al principiante evoluto od a chi non volendo sborsare cifre elevate necessita di uno strumento versatile e non ostruito per tutti i tipi di osservazioni ed espandibile verso le riprese di oggetti del sistema solare o del cielo profondo. Ovviamente non siamo di fronte ad un Vixen o un Takahashi, ma è uno strumento che sicuramente farà divertire il suo possessore.
Ringrazio la Deep-Sky di Firenze per la collaborazione, la cura dell'evento e la strumentazione messa a disposizione.

Davide Sigillò