I Telescopi che utilizzano
specchi sfruttano il principio della riflessione di un fascio luminoso
incidente. Questi strumenti che si affacciarono nel mondo dell'
Astronomia nel 1600 come alternativa alle difficoltà di lavorazione di
obiettivi a lenti ed al notevole ingombro dei cannocchiali ( anche
32metri per un obiettivo di 10-15cm! ) sono ad oggi i più diffusi ed
utilizzati grazie al loro elevato rapporto prezzo-prestazioni oltre
alla maggior economicità e semplicità costruttiva.
Il primo tipo di
riflettore fu introdotto dallo scozzese James Gregory nel 1663 ed era
composto da uno specchio primario concavo a sezione parabolica e da un
secondario concavo a sezione ellittica posto oltre il fuoco del
primario, opportunamente forato per accogliere il rinvio del fascio di
luce.
Nel 1668 Isaac
Newton realizzò il celebre riflettore che porta ad oggi il suo nome ed
il medesimo schema ottico e nel 1672 Laurent Cassegrain propose un
modello di telescopio a specchi con obiettivo concavo parabolico e
secondario convesso a sezione iperbolica situato prima del fuoco del
primario, anche in questo caso opportunamente forato.
Ecco gli antenati
dei nostri moderni riflettori Newton e Catadiottrici!
Nonostante la numerosa produzione
questi strumenti ebbero difficoltà notevoli ad affermarsi a causa ( e
qui veniamo al mio articolo ) del loro basso potere
riflettente....gli specchi utilizzavano lo speculum, lega di rame e
stagno che non poteva riflettere più del 60% della luce incidente
raccolta, sommato al fatto che il fascio ottico doveva anche passare
per un altro specchio secondario, con ulteriore dispersione di
luce, le prestazioni erano davvero modeste.
Solo in seguito all' avvento del
processo di argentatura a metà dell' ottocento questi problemi furono
ampliamente risolti.
Oggi le moderne tecnologie
ed i materiali utilizzati ci consentono di avere specchi nei
nostri telescopi che presentano superfici ad alta riflettanza con
percentuali che oscillano tra l' 86% (nel peggiore dei casi) e il 99%!
Tali caratteristiche se unite ad un
ottima lavorazione dei vetri consentono di avere strumenti
luminosissimi e ad elevato potere risolutivo.
Perchè questi lavorino al meglio oltre
ad una perfetta collimazione, senza scendere nella paranoia o mania, è
importante tenere pulite le loro superfici.
Il riflettore Newton puro ed i Dobson
per via dell' esposizione diretta all' aria delle loro ottiche tendono
a sporcarsi molto a causa di polveri e altre impurità che si depositano
con l' uso e le intemperie.
Configurazione
Newton:
Pulire il primario di un Newton è un'
operazione piuttosto semplice e poco rischiosa che però va eseguita con
le dovute cautele.
Smontata la cella ottica ancorata al
tubo gli specchi primari in generale sono tenuti in sede da tre o più
linguette metalliche fissate con coppie di viti e separate da gomma tra
di esse ed il vetro.
Prima di passare alla pulizia vera e
propria dovete rimuovere queste, prestate particolare attenzione a
guidare il cacciavite, se vi "scappa" di mano rischiate di danneggiare
di brutto lo specchio e dopo nel migliore dei casi va ri-alluminato.
Per ovviare a questo rischio tenete
con una mano l' impugnatura dell' attrezzo e con l' altra tra il
pollice e le altre dita la punta metallica per assicurarvi un maggior
controllo.
Tolto lo sporco io non utilizzo
pennelli vari anche se morbidi, ma un batuffolo di cotone idrofilo
sfilacciato e mettendo lo specchio in verticale lo utilizzo come se
fosse una scopa togliendo polvere e bruscoli vari. Non forzate ciò che
a secco non va via..
Eseguite questa operazione su un
supporto morbido basta un tavolo coperto da un telo o da della gomma
piuma, per evitare danni in caso di cadute accidentali.
Nonostante la presenza sul mercato di
vari liquidi e soluzioni per pulizia ottica nel caso degli strumenti a
specchio io ne sconsiglio vivamente l' utilizzo, la pulizia a secco con
questi detergenti presenta sempre un forte rischio sia nel graffiare le
superfici ottiche sia nel lasciare residui di asciutatura, dovuti all'
evaporazione dei gas contenuti nelle soluzioni. Altre soluzioni più
sofisticate come bombardamenti di ioni ecc ecc non sono alla portata di
tutti e non puliscono meglio di quanto faccia una buona detersione.
E' possibile invece utilizzare la
comune acqua della cannella, grazie anche al fatto che i nostri attuali
acquedotti sono sempre più efficienti e la rendono più pura di quella
che in passato usciva dai vecchi tubi idraulici...io nel 1994 a pulire
lo spechhio del mio primo Newton con quelle acque dure poi dovetti
far rialluminare il tutto dalla Zen!
Che disastro tutto quel calcare.....
Utilizzando sempre un batuffolo di
cotone portiamo il nostro specchio nel lavandino e facciamo scorrere un
po di acqua a temperatura ambiente, mai utilizzare acqua calda...
Bastano due gocce di
detergente sul cotone, va bene un sapone neutro e cominciamo a
insaponare il tutto sempre sotto il getto di acqua con movimenti
circolari od orizzontali, poco cambia basta che vi concetrate a non
esercitare eccessiva forza sul vetro e ricordatevi di passare vicino ai
bordi che spesso vengono dimenticati...
I moderni trattamenti sono molto
resistenti ed è davvero improbabile arrecare un danno a meno che quest'
ultimi abbiano aggrappato male sul vetro o abbiano vent' anni..
Una volta finita la fase di
insaponatura dello specchio passate al risciacquo con un getto moderato
e mai troppo forte, riducetelo fino a che inclinando lo specchio l'
acqua tende a scivolare da se verso l' esterno sia per gravità sia per
l' aiuto dato dal getto di acqua.
Fatto questo le piccole gocce residue
( cercate di lasciarne il meno possibile) si possono togliere con dei
piccoli angoli di carta igienica o fazzolettini.
Il vostro specchio ora dovrebbe essere
come nuovo, specchi molto sporchi possono richiedere un ulteriore
lavaggio. Piccoli pelucchi residui potete toglierli con un cotton fioc
sfilacciato senza esercitare pressione, ma solo utilizzando le fibre
scoperte.
Rimontate e collimate il vostro
specchio, ora è pronto all' uso e come nuovo...
Lo specchietto secondario in fase di pulizia, rimosso dal tubo può
essere lasciato a mio avviso all' interno della sua cella razze
comprese, al limite è bene rimuovere l' eventuale "cappuccio" se
presente e procedere come descritto per il primario. Prestate
attenzione una volta che siete alla fase di risciacquo a non bagnare le
parti metalliche, se capita asciugatele con un panno per evitare
depositi di umido.
Configurazione catadiottrica:
Qui
il discorso si fa più complicato....essendo tali configurazioni non
esposte all' aria eccetto i menischi correttori, se l' interno risulta
sin dalla produzione pulito difficilmente sarà necessaria una pulizia
in tempi brevi. Nel caso improbabile però che il primario sia molto
sporco sia nei Mak che negli Schmidt-Cassegrain lo smontaggio richiede
particolare attenzione poichè il meccanismo di messa a fuoco è un corpo
unico con lo specchio.
Una volta che si ha accesso al
primario e qui ogni produttore fissa la cella ottica in modo diverso,
lo smontaggio del primario richiede una estrema attenzione.
Il tubo di messa a fuoco è fissato
alla base dello specchio, alcuni si svitano semplicemente come fossero
dei dadi altri invece no, potrebbero avere una ghiera di blocco
adiacente alla superficie alluminata che è fissata con dei grani. Il
rischio principale è che essendo il meccanismo di messa a fuoco spesso
affogato nel grasso lubrificante, se un po' di questo finisce sul vetro
è davvero un casino....svitate con dei guanti in lattice il tubo di
messa a fuoco e la ghiera che blocca al centro il primario dopo di che
togliete e buttate il primo paio di guanti, sollevate lo specchio
primario facendo attenzione che il grasso non entri in contatto con la
superficie e procedete alla pulizia come precedentemente descritto.
Rimontate il tutto facendo estrema
attenzione e rimettete a posto la cella ottica.
Altra parte delicata riguarda la
pulizia della superficie del menisco interno e più che altro dello spot
alluminato centrale. Per la pulizia del trattamento anti riflesso
potete quì usare qualche soluzione appositamente studiata che però non
lasci residui, il wonder fluid della Zeiss dovrebbe essere
valido, a mio avviso la cosa migliore è l' alcool
isopropilico ma è di difficile reperibilità e soggetto a numerose
restrizioni in fase di vendita per la sua pericolosità ed elevata
tossicità. Risulta molto valido, ma richiede più maestria nella tecnica
di pulizia, anche l' alcool denaturato quello rosa tanto per
intendersi...
Io a volte utilizzo come panno il
wonder Cloth della Baader Micro-faser, ma deve essere sempre
estremamente pulito, trovo migliore l' utilizzo di carta che non si
sfibri in fase di pulizia, alcuni rotoloni industriali sono perfetti!
Ricordate se procedete allo smontaggio della lastra di Schmidt di
prendere nota della corretta posizione prima di rimuoverla essendo
ottimizzata in fase di montaggio al banco ottico, altrimenti rischiate
di ritrovarvi un abnorme aberrazione sferica.
Lo
spot centrale è protetto dal paraluce che nella maggior parte dei casi
è incollato...quì la pulizia va eseguita se necessaria, perchè il passo
dopo è la ri-alluminatura del dischetto..
Togliete pelucchi e polvere con una
pompetta o con un cotton fioc sfilacciato e se restano macchie o aloni
allora procedete con la massima delicatezza alla pulizia con liquido e
panno specifico. No esercitate pressione perchè quì davvero il graffio
è dietro l' angolo.
Quest' ultima operazione effettuatela
solo se davvero necessaria, se non ve la sentite potete farvi pulire o
ri-alluminare lo spot da chi lo fa di lavoro e di maestri ottici ve ne
sono tanti, ad esempio la ditta Zen è affidabilissima, anche quì dalle
mie parti vi sono laboratori di alto vuoto che potete contattare.
E' buona norma
effettuare in ordine prima la pulizia e rimontaggio del menisco poi
quella della primario, col procedimento inverso rischiate che ad
avvitare il menisco qualche impurità possa di nuovo cadere sullo
specchio principale vanificando il lavoro appena fatto, è anche buona
norma una volta smontate le ottiche soprattutto in strumenti non
diaframmati scuotere un po' il tubo ottico, la vernice spesso adoperata
per l' opacizzazione laterale tende a creare una patina all'
interno che svolazza e si deposita sulle superfici. La
superficie del menisco esterno risulta più facile da pulire grazie al
fatto che è libera dalla cella ottica del secondario. Anche quì prima
di procedere alla detersione è importante prima togliere come sulle
superfici degli specchi, anche la più piccola parte di polvere che
potrebbe danneggiare i trattamenti ed il vetro ottico. Utilizzate il
panno wonder cloth della Baader o un fazzoletto di carta ( scottex,
tanto per intendersi o meglio ancora rotoloni industriali). Potete
leggermente insaponare prima la superficie del menisco stando attenti a
non bagnare eccessivamente il vetro, pena infiltrazioni di acqua sui
bordi laterali, è bene fare questa operazioni con un batuffolo di
cotone appena inumidito, verificate che strizzandolo non esca acqua.
Una volta
insaponato uniformemente il menisco con il panno o la carta per pulizia
ottica imbevuto di alcool procedete con un unico movimento circolare
lento a rimuovere il tutto. E' utile che il panno copra una superficie
pari al raggio della lente che andiamo a pulire.
Davide Sigillò