La
fase che ci porta a scegliere uno
strumento od un componente ottico per osservazioni astronomiche o
naturalistiche è di fondamentale importanza.
Tale processo spesso influenzato da pubblicità, aspetti
estetici,
risorse economiche disponibili e molto altro ancora è estremamente
soggettivo. L' utilità presunta che attribuiamo al nostro strumento
"ideale" varia infatti da persona a persona, ma le prestazioni che poi
esso fornisce e le eventuali analisi ottiche ed interferometriche a cui
lo sottoponiamo danno poi dei riscontri oggettivi ed inconfutabili che
ci possono poi portare a restarne soddisfattti o delusi.
Una conoscenza di base di molti aspetti legati alla leggi
dell'
ottica, alla qualità di lavorazione però ci può salvaguardare
da
molti inconvenienti.
La caratteristica in assoluto più importante delle immagini
fornite da uno strumento ottico è data dalla loro risoluzione.
Il potere risolutivo di uno strumento definito come il minimo
angolo ( misurato in secondi d' arco " ) al di sotto del quale un
dettaglio non può essere percepito non è purtroppo sempre direttamente
proporzionale al diametro dello strumento, ma alla sua qualità di
lavorazione.
Anche se in teoria un obiettivo di diametro 200mm (per fare
un
esempio) consente un potere di risoluzione superiore ad un
obiettivo di 90mm, all 'atto pratico spesso capita che strumenti di
dimensioni così esigue sfoderino prestazioni in termini di dettaglio e
risoluzione nettamente superiori a telescopi di dimensioni ben più
generose e raggiungono matignutidini visuali e fotografiche superiori
alla teoria.
Nei miei Test non uso segnalare il potere
risolutivo nella
scheda
tecnica di uno strumento, proprio perchè a mio avviso non è un dato
certo ed univoco, ma varia in funzione di numerosi fattori..così come
il grado di lavorazione ottica espresso in frazioni di lambda..
L' aspetto che regna sovrano nelle prestazioni ottiche di uno
strumento è dato dall' accuratezza e dal grado di finitura e precisione
con cui vengono realizzate le superfici di lenti e di specchi oltre ai
materiali che le costituiscono. Nel caso di strumenti a lente le
superfici infatti rappresentano parti e sezioni di una
calotta
sferica ( di iperbole e di calotta sferica o parabolica in
alcuni riflettori e catadiottrici ), ogni
discostamento da questa forma ideale è da considerarsi come difetto
ottico ( errore di superficie) che si traduce in una perdita di qualità
e di contrasto dell' immagine prodotta dall' obiettivo.
Senza addentrarsi troppo nei vari aspetti e nelle fasi di lavorazioni
ottiche i " difetti" devono essere mantenuti al di sotto di una
determinata soglia per non compromettere eccessivamente le prestazioni
complessive di un obiettivo.
Grazie a moderni interferometri e ad altri strumenti di misurazione è
possibile per l' intrinseca natura ondulatoria della luce e del
fenomeno dell' interferenza decodificarne
la struttura a frange risalendo alla forma reale delle superfici
ottiche. Tali analisi vengono effettuate per varie lunghezze d' onda in
genere nella luce rossa e nel verde.
Le frange analizzate ( chiamate di Newton ) sia in strumenti
a
specchio o a lente ( con interferometri adatti ad analizzare superfici
sferiche o con metodi classici come lama
di Focault e reticolo di Ronchi ) se ben
regolari, dritte e nitide sono indice di un' ottima qualità ottica. Al
contrario frange irregolari che presentino convessità o concavità
rispetto al centro della figura sono da considerarsi indice di difetti
ottici, sottocorrezioni, sovracorrezioni che a seconda della loro
entità degradano le prestazioni di un
telescopio.
Si utilizza nel commercio e nei test di strumenti
ottici
come cartina
"tornasole"
della qualità di lavorazione di un obiettivo la frazione di lambda es:
1/2 1/4 1/6 1/8 1/16... tale frazione indica solo
in parte
il
grado di qualità di lavorazione misurando l' entità di errore delle
regioni di picco massimo e minimo sul fronte d' onda ( peak to valley)
e sull' intera superficie
ottica (RMS). Ogni strumento ottico infatti interagendo con un fascio
di luce sia per riflessione sia per rifrazione genera una
deformazione sul fronte d' onda. Strumenti di
modesta qualità ottica hanno valori > 1/4 di
lambda ( 1/3 1/2...). Secondo Rayleigh quando un sistema ottico
presenta un aberrazione d'onda uguale o inferiore ad
1/4
esso non si distingue in nessun modo da un sistema ottico infinitamente
perfetto..ottiche garantite per tolleranze di 1/6 1/8 1/10 di lambda
sono da considerarsi di primissima scelta. Quando si supera la frazione
del decimo di lambda ( 1/16 1/32 1/50...) dai
professionisti del settore ottico ( e dal sottoscritto ) tali valori
non sono più considerati molto attendibili in quanto è varcata la
soglia oltre la quale non si ha più una
riproducibilità e significatività della misurazione ottenuta...
Tale valore non è infatti del tutto
esaustivo, altri parametri ben più fondamentali sono
rappresentati dalla
funzione di trasferimento del contrasto ( MTF ) e dalla Strehl ratio.
Valori infatti prossimi a 1 di S.r esempio 0,99
sono da considerarsi indice di
ottima fattura e precisione ottica. Così come curve di funzione del
trasferimento del contrasto prossime alla curva ideale danno garanzie
di ottime prestazioni sul campo.
Molti dei test interferometrici rilasciati assieme ad un
telescopio (se non sono corredati di un ampia informazione su come sono
stati ottenuti, del numero di passaggi eseguiti, del software
utilizzato, dell' impostazione dell' interferometro e di un confronto
con risultati ottenuti anche con altri strumenti di metrologia ottica
che ne confermino i valori ) sono alla fine solo dei numeri stampati su
carta poco attendibili che non vi diranno niente di più! Tutto sta alla
serietà e bravura del tecnico che esegue tali metrologie. Ma in
assoluto la prova di qualità la otterrete mettendo a fuoco e osservando
il cielo....!! Il resto sono numeri che contano ben poco....
Uno strumento che sopporta elevati ingrandimenti e che possiede una
posizione di fuoco univoca e ben definita indica elevata qualità ottica.
Determinante è anche la qualità e la
scelta dei vetri impiegati nonchè dei trattamenti ottici.
Anche il processo di lucidatura di una superficie ottica riveste
estrema importanza.
Idealmente su una superficie ottica non si dovrebbe vedere alcuna
rugosità. Osservando pero microtopografie eseguite con microscopi
differenziali di tipo Nomarsky in obiettivi di qualità ottica modesta
si osservano molte imperfezioni: superfici chiamate "dog biscuits",
segni di abrasivi impiegati, graffi, piccole buche o craterini....
Un tipo di lucidatura leggero ottenuto evitando una eccessiva pressione
tra l' utensile di lavorazione e la superficie ottica consente di
restare vicinissimi alla forma ideale sferica a scapito però di una
lucidatura perfetta...ma quì entriamo nelle abilità dei costruttori
ottici non oggetto di questo articolo!
Come nei rifrattori tali aspetti valgono anche per i Newton
ed i
Catadiottrici, i quali tra l' altro necessitano di maggiore attenzione
di questi fattori ed aspetti essendo le superfici sottoposte a
riflessioni e rifrazioni più numerose di quelle presenti nei
cannocchiali di tipo galileiano.
E' noto che un eventuale errore superficiale in una
configurazione a specchi si raddoppia prima di raggiungere il piano
focale a causa della riflessione obiettivo primario-specchio deviatore
o menisco-specchio primario-specchio secondario.
Le tolleranze finali di un sistema ottico sono infatti il risultato
della somma delle tolleranze dei singoli componenti ottici. Per
chiarirsi: un Newton o un Catadiottrico di apertura analoga a quella di
un rifrattore ( non considerando l' ostruzione) dovrà avere una
lavorazione ottica di 1/8 1/10 di lambda per sfoderare prestazioni
analoghe a quelle del primo correto a 1/4!
Lo star test costituisce però la prova fondamentale della
qualità del nostro
strumento, ma è effettuabile solo dopo averlo acquistato! Tutelatevi
facendo effettuare un controllo della collimazione dal
fornitore, sono pochi euro spesi in più ma spesi bene!
Eventuali tensioni, aberrazioni ottiche è bene scoprirle prima dell'
acquisto, per fortuna siete comunque protetti dalla serietà dei
distributori nel cambiare uno strumento venduto al limite di
diffrazione, ma che talvolta può essere otticamente difettoso.
Per concludere sono dell' idea che per osservare il cielo e
le
sue meraviglie basta poco, dipende da cosa esigiamo e cosa prediligiamo
in uno strumento...le moderne tecnologie consentono di avere ottime
prestazioni in strumenti anche economici, lo strumento migliore per
molti ( e anche per me ) è quello che si possiede e che ci fa venire
voglia di andare ad osservare il cielo lontano da casa, la ricerca
della perfezione è
rischiosa e a mio avviso rende poco liberi!
Ma ricordate....meglio uno strumento piccolo ( anche 70mm) lavorato ad
hoc che uno più grande lavorato a risparmio!
Molti dei dati di cui abbiamo trattato non vengono forniti all'
acquisto di uno strumento, la garanzia è data dalla fama che il
costruttore ottico si è
guadagnato e dalla sua bravura nel creare obiettivi e specchi allo
stato dell' arte, le moderne tecnologie e l' utilizzo spesso totale
delle macchine in quasi tutte le fasi di lavorazione delle produzioni
di massa rendono "impersonale" la realizzazione dell' ottica ove
a
mio avviso per fortuna ciò che fa la differenza è ancora la mano e l'
abilità dell' uomo.
Davide Sigillò