Test








CARATTERISTICHE TECNICHE:
  • Diametro: 120mm
  • Focale: 100mm
  • Rapporto focale:8.3
  • Categoria: Rifrattoreacromatico 
  • Guadagno luminosità: 290x
  • Max magnitudine: 13.1
  • Potere risolutivo teorico: 0,96"
  • Max ingrandimento utile: 240x
  • Trattamento ottico: XLT
  • Peso OTA:  5,6 kg
  • Lunghezza del tubo: 1016mm
  • Focheggiatore:pignone e cremagliera attacco  accessori da 50.8mm e 31.8mm-
  • Produzione: China 

































 






































Le ottiche del Celestron XLT dopo la mia procedura di annerimento e detersione.

































































Celestron Omni XLT 120 Achromat



 Un rifrattore di cui se ne è discusso molto in rete, ma di recensioni ne ho viste davvero poche, motivo per cui, un po' per curiosità un po' per tenere aggiornato il mio sito dedito a prove strumentali, ho esaminato un esemplare di XLT Celestron.
 Un rifrattore dalla generosa apertura di 120mm, dal peso e dal cromatismo contenuto grazie al rapporto focale non troppo spinto.


La costruzione: buona, e come ci ha abituato la produzione cinese degli ultimi anni il livello raggiunto dagli asiatici attualmente era impensabile 20 anni fa, quando per un rifrattore del genere servivano circa due milioni di lire e la qualità generale era molto più scadente di quella attuale. All'epoca era facile incorrere in telescopi mal lavorati, con obbiettivi astigmatici o con un bel cocktail di aberrazioni ottiche varie.
In questi anni per esempio ho testato un rifrattore 100/1000mm Acro Skywatcher serie evostar che è risultato persino superiore ad un Vixen 102m made in Japan, un'ottica considerata gold standard per molti anni nella categoria degli Acromatici da 10cm.
Venendo al Celestron 120XLT, la costruzione e l'intubazione è molto simile a quella dei modelli ED della stessa casa con la differenza, rispetto al concorrente Skywatcher Evostar, di avere una cella ottica collimabile in termini di ortogonalità col focheggiatore. Utilizzando l'ottimo collimatore REEGO, di cui possiedo un prototipo che il produttore mi inviò gentilmente in omaggio, ho notato una non perfetta collimazione, ma utilizzando il sistema push and pull di viti presenti sul bordo della cella ottica sono riuscito a mettere in asse perfetto la cella ottica con il sistema di messa a fuoco.
Il focheggiatore è il punto debole dello strumento, poco preciso anche se fluido, ma ho notato un image shift importante osservando stelle e pianeti. Si può ovviare sostituendolo con molti dei focheggiatori in stile crayford disponibili sul mercato. Difatti la prima flangia si presta al montaggio del modello demoltiplicato di casa Skywatcher presente sul 120ED.
Buona e standard l'opacizzazione interna. I diaframmi interni risultano ben calcolati e tagliati, inoltre una serie di ulteriori è prevista all'interno del focheggiatore, contenendo in modo adeguato tutte le luci parassite.
Lo strumento viene fornito di riduttore da 50.8mm a 31,8mm, anelli, barra stile vixen standard e piggy back. Il tubo che pesa poco più di 5kg è di un bellissimo blu con meccaniche bianche. Apapre inoltre molto compatto con un back focus elevato per ridurne l'ingombro.
Attualmente viene venduto assieme alla relativa montatura Celestron CG4, una valida equatoriale di tipo 3.2 adatta per mere osservazioni visuali.
Qualora si abbiano serie intenzioni visuali e fotografiche è necessaria almeno una EQ5. Nel complesso il voto che do all'intubazione è un 7 pieno.
L'Ottica e lo star Test:
L'obiettivo e tutto il telescopio mi è giunto un po' sporco, ma si tratta di un'ottica presa d'occasione da un astrofilo.
Ho proceduto allo smontaggio ed alla profonda detersione dello strumento, giunto comunque collimato.
L'obiettivo non è annerito come in tutta la produzione di Acromatici made in China. E' spaziato in aria da un sottile o-ring plastico e tenuto in sede da una buona cella ottica. Un anello di gomma ben calcolato lo protegge dall'ingresso di polveri varie senza interferire sul diametro libero dell'ottica.



 
Per aumentare il contrasto ho ritenuto opportuno annerire tutto il doppietto, in foto si nota la totale assenza di annerimento perimetrale, sotto la prima fase della mia lavorazione, successivamente ho annerito anche l'elemento posteriore e montato l'obiettivo nella cella con massima cura al fine di prevenire qualsiasi tensionamento o stress sui vetri.


Lo star test
ha evidenziato, una volta riassemblato il tutto a dovere, un'ottica ben collimata e intubata, con una buona lavorazione delle superfici. Su varie stelle di prima e seconda magnitudine oltre che su stelle artificiali utilizzate al banco ottico ho notato una immagine di diffrazione molto più nitida in intrafocale, con anelli giallo carico ben netti e regolari ed ovviamenti avvolti da un alone violetto nei range per la classe dello strumento esaminato. In extrafocale l'immagine è meno netta, appare un anello purpureo all'interno del disco di diffrazione e degli anelli esterni meno netti, il tutto a segnale un certo residuo di aberrazione sferica. Comportamento tipico di molti rifrattori anche ben più costosi del Celestron XLT. Buona la lavorazione ottica e lucidatura dei vetri.
A fuoco le stelle sono molto sature e circondate da un grazioso anellino, mai interrotto. Non ho notato astigmatismo nelle sere in cui ho eseguito il test, interessante sarebbe vedere il comportamento della cella ottica in inverno o in estate di fronte alle fisiologiche dilatazioni termiche.
Nel complesso lo star test è stato superato ampiamente, la buona qualità ottica è stata poi confermata anche dalla prova sul campo.

Osservando:
 
Con oculari da 2" e focali comprese tra i 40mm e i 28mm si accede a meravigliose visioni a largo campo di oggetti deepsky, come ammassi e nebulose. Ho confrontato in contemporanea tale visione con quella offerta da un rifrattore 110/770 William Optics FLT APo e devo ammettere che la maggior lunghezza focale e quel centimentro in più di apertura davano una visone globale più bella di quella offerta dal Fluorostar! Ottima la profondità di campo, stelle puntiformi e a questi ingrandimenti non si percepisce il residuo cromatico. Di contro il William Optics offriva un fondo cielo molto più scuro e stelle più sature, ma globalmente a bassi ingrandimenti ho preferito scorrazzare nel cielo con il Celestron. A conferma che per divertirsi non servono chissà quali investimenti in strumentazione! Salendo di ingrandimento il discorso cambia, qui è emersa sia su luna che pianeti e stelle doppie la maggiore e indiscussa superiorità dell' Apo WO.
I soggetti planetari come Venere e Luna osservati a medio-alto ingrandimento evidenziano un cromatismo evidente ma fisiologico. Venere è molto netto e nitido e si intravedono ombreggiature sul disco planetario con cuspidi molto nette, ma il pianeta è avvolto da un alone violetto ben evidente.
 La luna mostra crateri molto netti e una quantità di dettagli impressionanti, come rime difficili e craterini minuscoli all'interno dei principali. Il bordo appare giallo da un lato e blu dall'altro come in tutti i rifrattori acromatici.
La nitidezza ed il contrasto di questa ottica sono comunque davvero notevoli per un'ottica che si trova  a poco più di 300 euro.
Tra l'altro ho avuto modo di osservare Giove dal planetario di Mosca in Russia, quando trovandomi lì partecipai ad una serata osservativa ove un astrofilo locale possedeva appunto un Celestron 120 XLT. L'immagine del pianeta la ricordo come ricca di dettagli, ben visibile era la macchia rossa e le varie bande del pianeta. Satelliti puntiformi e cromatismo ben contenuto.
Le visioni più belle le ho avute però osservando la nebulosa di Orione e altri oggetti deepsky. La puntiformità delle stelle, il buon diametro e la buona qualità ottica rendono il Celestron XLT un'ottimo strumento tuttofare, dalle osservazioni solari a quelle di cielo profondo e pianeti. Con un filtro fringe killer è inoltre possibile abbattere il cromatismo residuo che può essere fastidioso in riprese ed osservazioni planetarie.
Concludendo: promuovo a pieni voti questo Acromatico, nessun difetto riscontrabile. Il cromatismo è tipico della classe di strumenti a cui l'omni appartiene. Meccaniche buone e ottiche di livello. Strumento adatto sia al principiante che all'astrofilo più evoluto. Il prezzo è estremamente vantaggioso.


Davide Sigillò