TS – Tecnosky 115/800 APO Triplet Fpl 51
Lo strumento che sto attualmente impiegando per le mie
osservazioni visuali e fotografiche è un tripletto dichiarato APO e commercializzato da vari brand tra i quali
Teleskope Service serie TS photoline e Tecnosky serie V1 e V2 (quest’ultima
analoga alla serie attuale TS Photoline ).
Lo strumento è uscito sul mercato oramai qualche anno fa, ho
analizzato sia la recente versione della TS Optics sia la prima versione della
Tecnosky conosciuta come V1. Per raggiungere
l’apocromaticità utilizza un vetro a bassa dispersione FPL51 accoppiato ad
altri due vetri di non pervenuta caratteristica chimica.
E’ doveroso segnalare come la correzione cromatica non sia
sempre dipendente dall’impiego di tre lenti o due, o dall’impiego del vetro
FPL51 o FPL53, ma piuttosto questa è la risultante di una molteplicità di
fattori e scelte ottiche. Ho testato ad
esempio tripletti in FPL51 nettamente più corretti di tripletti o doppietti ED
in Fpl53.
Esaminando alcuni esemplari di questa versione TS/TEcnosky ho trovato differenze qualitative in termini di ottica e di meccaniche sinceramente abbastanza evidenti.
Costruzione:
Lo strumento oggetto di questa recensione tecnica è un
rifrattore da 115mm di apertura libera e 800 di focale (F6,95), dichiarato APO
ed all’uscita sul mercato pare che esistesse una versione fotografica ed una
visuale ma, onestamente per cosa si distinguessero non ne ho attualmente idea
poiché ottiche e meccaniche sembrano
essere le medesime. C’è chi sostiene che la versione fotografica disponga di un
campo meglio corretto in termini di curvatura, mentre quella visuale una
puntiformità di immagine superiore.
Sulla carta è un rifrattore con un’apertura che consente
ottime prestazioni visuali e fotografiche grazie al contenimento del cromatismo
e la lunghezza focale non eccessiva, caratteristiche unite ad una correzione
cromatica di livello e superiore secondo il costruttore ai doppietti in FPL53.
Le prime versioni TS e Tecnosky (provenienti da una delle tante OEM Cinesi )
montavano una cella ottica a compensazione di temperatura , come ho potuto
verificare personalmente, di dubbia qualità e stabilità.
Le versioni successive e più recenti montano sempre una
cella a compensazione, ma meglio progettata e come ho riscontrato negli
esemplari esaminati, non vi sono stress e/o tensionamenti ottici.
Il focheggiatore gigante da 3” che equipaggiava le prime versioni è stato
sostituito attualmente da uno più rubusto e accurato con meccanismo misto
crayford e pignone. Rispetto al primo
modello quello attuale ha una messa a fuoco molto precisa e anche se il
movimento è più duro, questo modello regge meglio i carichi fotografici
mantenendo il consueto meccanismo di rotazione a 360°. Il focheggiatore
appartenente alle prime versioni ho notato come nel tempo perdesse di fluidità
e soprattutto come la demoltiplica diventasse più rigida con la tendenza a
ruotare a scatti, i cuscinetti a sfera non mi son piaciuti per niente, molto
meglio il fok attuale.
L’ottimo focheggiatore che equipaggia il 115/800 TS
photoline.
L’obiettivo del 115 TS Photoline, esente da qualunque
imperfezione estetica.
Mentre l’ultima versione presenta una bella verniciatura
bianca in stile William Optics, leggermente martellata, le prime versioni di
cui possiedo un esemplare Tecnosky che ho completamente rivisto, hanno una
verniciatura a dir poco agghiacciante per i miei gusti e a quanto pare numerosi
astrofili se ne sono lamentati. Il tubo bianco presenta gocciolature enormi che
creano un effetto rugiada o condensa..come se lo strumento fosse stato tenuto all’esterno in una fredda
notte invernale, in pratica a me sembra più uno strumento che è stato rovinato
da un maldestro verniciatore, peccato siano stati prodotti in serie
numerosissimi esemplari con questa finish cosmetica.
L’attuale versione TS Photoline con accanto uno Skywatcher 80ED.
L’interno del tubo è ben annerito e presenta tre diaframmi
ben calibrati e correttamente montati. Paraluce retrattile e tappo metallico.
Ben concepiti gli anelli montati sulla classica barra standard in stile Vixen.
Il peso si attesta attorno ai 7kg con cercatore anelli e
diagonale mentre risulta estremamente compatto con paraluce retratto e quindi
estremamente trasportabile anche con una comoda borsa imbottita, nel mio caso
una Geoptik. Lo tiene bene per osservazioni visuali anche una comune eq5 mentre
per le riprese serve almeno una Heq5.
L’Obiettivo e lo Star
Test: si tratta di un tripletto
prodotto dalla Kunming Optical in Cina. Ad una prima ispezione in entrambe le
versioni le lenti ed i trattamenti sono perfetti, con la differenza che la
versione V1 Tecnosky monta uno strano sistema di compensazione della
temperatura. Il tripletto che dispone di numerose triadi di grani per la
collimazione degli elementi poggia su di una ghiera circolare con tre punti di
appoggio metallici a 120° per compensare in teoria le dilatazioni termiche, ben
visibile nella foto il sistema di compensazione. I grani che agiscono sui tre
elementi sono invece affogati con una colla siliconica. Insomma o avete la
fortuna di averlo collimato bene o sono dolori poiché sarà molto difficile
poter agire sul sistema.
In foto: la ghiera metallica su cui poggia il tripletto della
prima versione.
Il tripletto del 115 prima versione e la cella ottica su cui
sono dovuto intervenire per ripristinare una adeguata collimazione.
Il tripletto alla fine del mio intervento.
La versione TS più recente monta il tripletto in modo più
intelligente e standard, tanto è vero che non ho avuto problemi di collimazione
e stress ottici.
Nella mia versione Tecnosky, ho notato come su una stella artificiale
,ingrandita 300x e poi su Antares e Regolo, gli anelli di diffrazione fossero
fuori asse a segnalare coma e stress meccanico, oltre che ad un astigmatismo
deciso. A fuoco le immagini stellari presentavano due anelli di diffrazione
parziali e tutti su di un lato a conferma di quanto evidenziato.
Il cromatismo per fortuna ben corretto e praticamente non
rilevabile se non su stelle bianche molto luminose e fuori fuoco!
La versione TS invece ha mostrato una collimazione perfetta,
una totale assenza di stress meccanici ed un ottima correzione sferica, ma un
cromatismo residuo molto più evidente anche a fuoco. Non so se abbiano cambiato
la tipologia di vetri o la spaziatura
degli elementi.
Purtroppo agendo anche sui grani di collimazione non sono
riuscito a collimare lo strumento poiché questi in gran parte erano incollati e
la ghiera di blocco era così serrata da impedire qualsiasi spostamento e
regolazione degli elementi ottici.
Per ovviare al problema di stress ottico del mio 115
Tecnosky V1 ho dovuto quindi smontare tutto. La ghiera di blocco era affogata
nella colla e per poter svitare il tutto ho dovuto impiegare un solvente scolla
tutto e addirittura qualche colpo deciso di martello sulla ghiera, operazione
rischiosa ma l’unica per rendere poi operativo il tripletto. I grani affogati
nella colla siliconica sono stati difatti un altro grosso problema, per poterli
togliere alcuni erano letteralmente spanati complicando ancora di più il tutto.
In poche parole un disastro di cella. Dopo un paio di giorni
son riuscito ad accedere al tripletto senza danni. Ho potuto detergere gli
elementi, controllare la spaziatura, annerire a dovere i bordi lente come si
vede in foto e poi rimontare il tutto invertendo quella stupida ghiera
metallica deformabile e facendo poggiare le lenti su tre spaziatori di velluto
a 120°.
Le prove eseguite poi sul cielo mi hanno dato la possibilità
di collimare finalmente alla perfezione il tripletto.
Lo star Test con tripletto montato a dovere ha evidenziato
un’ottima correzione sferica e cromatica, confrontandolo con un WO FLT 110 TMB
(uno dei migliori apo prodotti in questo diametro) è emerso praticamente lo stesso grado di correzione cromatica e
sorprendentemente una migliore correzione sferica con anelli di diffrazioni
bene evidenti e regolari anche in extra focale dove invece il TMB perdeva un
po’…
Al reticolo di Ronchi, di cui allego la foto di uno scatto
eseguito sulla stella Antares , emerge un’ottima lavorazione con frange ben
dritte e regolari, giusto un lieve residuo di sferica si può dedurre da una
lieve quasi impercettibile convergenza delle frange.
Nella foto accanto si
vedono vari star test tra cui è presente anche quello del 115 per gentile
cortesia di Teleskope Austria.com
La prova sul
Cielo: Ho iniziato utilizzando una
diagonale da 2” e dei grandangolari da 34 e 28mm. Scorrazzando nel cielo estivo
devo ammettere che raramente ho avuto una visione così bella. Le stelle si
presentano dotate di una puntiformità esemplare, mai viste così neanche col mio
vecchio FLT TMB design della William Optics. Sembrano punte di spillo, gioielli
incastonati in un cielo nero come la pece, totale assenza di luci diffuse,
contrasto altissimo. Anche stelle brillanti come Vega e Altair non
evidenziavano residui cromatici.
Le stelle doppie sono meravigliose da osservare. Immagini
nettamente superiori a quelle offerte da un equinox 120 (un cliente scomodo per
qualsiasi rifrattore con cui lo si confronti)
che avevo in contemporanea.
Su pianeti come Giove
e Saturno ho utilizzato oculari ortoscopici di qualità ed ho avuto
immagini che parevano disegnate su un libro di Astronomia.
Dettagli impressionanti per un’apertura così piccola! La
macchia rossa appariva ben definita e di colore arancio mattone. Numerose le
bande visibili e anche su Saturno performance davvero elevate.
Divisione di Cassini visibile su tutto l’anello, bande
nette, variazioni di colore evidenti, incupimento della regione polare ecc ecc….sembrava di osservare con un 20cm a
specchio in una fortunata serata di calma atmosferica con la differenza che io
ho osservato dal balcone di casa in periferia Fiorentina.
La Luna che è uno spettacolo con tutti i telescopi qui lo è
ancora di più.
Rime difficili, craterini, faglie, tutto ciò di più fine si
osserva senza problemi con una profondità notevole.
Lo strumento ha retto senza problemi i 300x. Giusto a questi poteri di ingrandimenti
rispetto a strumenti a specchio si nota una lieve dominante giallo ocracea.
L’osservazione del
cielo profondo grazie alla puntiformità delle stelle ed alla saturazione dei
colori è davvero emozionante. Nebulose
diffuse, ammassi stellari, globulari sono il pane quotidiano per questo
strumento nonostante siano solo i 115mm
di apertura. Ho risolto globulari luminosi nel Sagittario con poteri di
ingrandimento attorno ai 150x.
Nel periodo del test avevo un CPC11 xlt, beh sulla Luna il
CPC vinceva grazie ai 28cm di diametro ma nella globalità il 115 era vincente
su tutto il resto: puntiformità,
contrasto, saturazione, potere risolutivo, stabilità di immagine.
La versione TS è ovviamente più fotografica e mostra un
residuo di cromatismo più evidente, ma è anche intubata meglio delle prime
versioni.
Nel mio ho impiegato un moonlite ed ho riverniciato il tubo
in carrozzeria di un bel nero lucido, motivo per cui è attualmente uno
strumento totalmente customizzato.
In foto la versione V1 da me totalmente rivista ed
equipaggiata con focheggiatore moonlite.
Astrofotografia col
115/800
Uno strumento del genere però è un cavallo nato per correre
sui campi delle riprese fotografiche deep sky grazie al rapporto focale ancora
veloce, all’alto contrasto ed alla generosa apertura unita all’assenza di
ostruzione centrale, prerogativa dei rifrattori che li rende a mio parere
imbattibili. E’ neccessario però per sfruttare appieno le sue qualità un
riduttore spianatore. Allego qualche foto eseguita con il TS 115 Photoline
eseguita dal bravo astrofotografo e amico Stefano Tognaccini, per rendersi
conto delle potenzialità di questo strumento.
Nebulosa Testa di cavallo col TS 115/800. Camera Sbig st7xme
L8x480sec rgb 60+60+80min. Stefano Tognaccini Courtesy.
M57 col TS 115/800: rgb 2h
con asi 224mc H-alpha camera Sbig st7xme 1h. Stefano Tognaccini
Courtesy.
Mineral Moon TS115/800 somma di 90scatti 250 ms. iso 160
Canon 40D. Stefano Tognaccini Courtesy.
Galassia nel Leone: TS115/800 Camera Sbig st7xme L8x480sec
rgb 60+60+80min. Stefano Tognaccini Courtesy.
Concludendo: Le prime versioni mostrano una qualità
ottica ed un livello di collimazione molto variabile da strumento a strumento,
ma se ben collimati sembrano essere superiori e meglio corretti delle versioni
attuali che sono meglio intubate e più idonee per le riprese fotografiche. Globalmente promuovo a pieni voti questo
tripletto, uno strumento che se ben collimato e intubato è in grado di
rivaleggiare con APO ben più costosi, ma ad una frazione di costo degli stessi.
L’imprevedibilità però delle produzioni cinesi nel bene e nel male si fa
sentire.
Cosa mi è piaciuto di più: L’elevata qualità ottica e
nitidezza di questo tripletto.
Cosa mi è piaciuto di meno: L’orrenda verniciatura delle
prime versioni e la cella ottica a compensazione di temperatura.
Per chi fosse interessato resto a disposizione per migliorie
sulle prime versioni TS e Tecnosky.
Il costo attuale della sola ottica intubata con anelli,
barra vixen e riduttore a 31.8 è di circa 1300-1500 euro a seconda delle
promozioni in corso.
Davide Sigillò