Test




CARATTERISTICHE TECNICHE:
  • Diametro: 110mm 
  • Focale: 770mm
  • Rapporto focale: 7
  • Categoria: Rifrattore, triplet  air spaced - Fluorostar element - TMB Design-
  • Guadagno luminosità: 250x
  • Max magnitudine: 12
  • Potere risolutivo teorico: 1.05"
  • Peso OTA: 6.55kg
  • Numero di diaframmi: 3
  • Larghezza tubo: 115mm
  • Lunghezza tubo retratto: 630mm
  • Focheggiatore: da 4" ruotabile e demoltiplicato 1:10
  • Produzione: Taiwan





























































 




















































































L'intensità dei trattamenti dopo la mia revisione e annerimento del tripletto.


















































































Si noti la totale assenza di riflessi dopo la mia esecuzione di annerimento ottico e meccanico.

















































































































































-William Optics Fluorostar Triplet - 110mm TMB  

Dopo anni di osservazioni e test strumentali alla fine sono giunto in possesso di questo strumento che anni fa i molti, me compreso, potevano solo sognare visto il prezzo di listino che era di circa 3100 euro al lancio sul mercato nell'oramai, ahimè, lontano 2007.
Lo strumento che al momento utilizzo è una versione, come ho potuto verificare dalla cella ottica, prodotta nel 2008.
Siamo di fronte ad uno strumento che sulla carta dovrebbe garantire una correzione da vero apocromatico essendo costituito da un tripletto con elemento in Fluorostar sotto progetto ottico del compianto Thomas M. Back (TMB). Il trattamento STM della William Optics dovrebbe inoltre spingere la trasmissione luminosa di questo tripletto ad un livello elevatissimo.
Il rifrattore FLT 110 viene equipaggiato da una valida valigia in alluminio imbottita, mentro lo spianatore ottico (ma non riduttore) veniva venduto a parte, tuttavia se ne possono utilizzare di compatibili che fungono anche da riduttori di focale.
Il focheggiatore gigante ruotabile da 4" è concepito per le riprese in full frame.


Costruzione:
 Intubazione di livello e solidità strutturale sono caratteristiche che si evincono immediatamente estraendo l'ottica dalla valigia in alluminio offerta in dotazione. Il peso della sola ottica intubata è davvero importante, siamo attorno ai 7kg senza cercatore e diagonale, motivo per cui è necessaria una montatura di livello per poter usare sia in visuale che in fotografia questo rifrattore.
Esteticamente è uno strumento molto bello, con il tubo bianco verniciato a polveri, con un aspetto di rugosità in superficie. Vernice un po' delicata ma molto bella a vedersi.
Sfilando il tappo metallico di color rame emerge un bell'obiettivo dotato di un antiriflesso che vira verso il verde e l'azzurro violaceo. Buona la pulizia ottica interna anche se lo strumento preso d'occasione mostrava i segni del tempo ed ha avuto bisogno di un mio restauro e improvement come vedremo. La cella ottica, punto debole di questi strumenti fino a che non è stata sostituita con una in piombo,  dispone di un sistema di collimazione del tripletto a grani che fermano e spostano gli elementi ottici.  Questa non possiede il sistema push and pull che regola l'assialità e ortogonalità col gruppo di focheggiatura ed è emerso nell'esemplare esaminato (ma scommetto anche nel 90% di tutti gli altri in circolazione) un'ampio disassamento del gruppo focheggiatore con l'asse ottico.
Essendo ruotabile è un aspetto un po' comune ma qui onestamente il difetto è troppo accentuato, motivo per cui grazie al collimatore "Reego" e all'utilizzo di distanziali in pvc sono riuscito a raggiungere una perfetta assialità senza rinunciare alla rotazione del gruppo focheggiatore come si vede nella foto sottostante.



Foto: La fase registrazione dell'assialità focheggiatore-cella ottica con il collimatore "REEGO". Operazione Indispensabile se si desiderano immagini da manuale in Hi-res

All'interno del tubo si notano due diaframmi ben calcolati e calibrati ed una buona ma non perfetta opacizzazione interna, francamente mi aspettavo molto di più visto il prezzo e la fascia dello strumento. Una volta smontato ho appurato come fosse necessario intervenire come vedremo avanti su questo aspetto.
Il fuocheggiatore ruotabile e demoltiplicato svolge in pieno il suo dovere, l'ho trovato fluido e stabile. Ottima la demoltiplica, ma nelle operazioni di messa a fuoco ad alto ingrandimento era presente un evidente shift dell'immagine, anche qui son dovuto intervenire registrando tutti i meccanismi fino a risolvere il problema del tutto.
Si tratta di un focheggiatore gigante da 4" ruotabile e modulare che consente le riprese nel formato full frame per i più fortunati. Provvisto di riduttore da 50.8 e 31.8mm e vari sistemi di blocco della corsa e della rotazione. Veramente molto bello a vedersi e solido.
Manca purtroppo di serie una basetta per il cercatore, da acquistare e adattare a parte su una delle viti a brugola presenti accanto al marchio William Optics come si vede dalla mia foto. La scala graduata consente una precisa regolazione del fuoco fotografico, questa nelle versioni successive sostituita da una scala digitale.

Star Test e Cella Ottica:


 Come si ve dal barcode, si evince una data di produzione del 2008 probabilmente Dicembre se -0612- sta per giorno e anno o vicecersa Giugno 2008.
Le varie coppie di grani assicurano la registrazione ed il bloccaggio dei vari elementi. A questa si accede come di consueto in questi strumenti svitanto il paraluce scorrevole.
La mia principale preoccupazione fin dall'inizio era la presenza di eventuale astigmatismo e tensionamenti ottici di cui spesso ho sentito parlare in rete e da alcuni astrofili possessori di telescopi apo della William Optics.
Questa serie monta una cella ottica in alluminio ed un serraggio degli elementi con il consueto filetto da serrare allinterno della stessa.

Bene osservando una stella artificiale è emersa a fuoco la totale assenza di cromatismo, solo un lieve spandimento indaco nelle posizioni prossimali al punto di fuoco sia in intra che extra. Anelli ben regolari e luminosi in intrafocale e più impastati e meno visibili in extra dove tra l'altro è presente un lieve errore zonale, ben contenuto però nei limiti di diffrazione e quindi ininfluente sulla resa globale.
Passando da una posizione all'altra del fuoco era evidente un certo astigmatismo seppur di lieve entità. Ho provveduto a scattare delle foto che riporto qui sotto.
      
Si noti come vi sia un cambio di asse tra la prima immagine in extra e la seconda in intra focale e come la terza evidenzi una ellitticità della figura di diffrazione.

  
Armato di coraggio poi deciso ad indagare sul problema e sulla eventuale risoluzione. Smontare un tripletto è sempre un rischio, ma da purista trovavo inaccettabile un'immagine di diffrazione che mostrava astigmatismo. Qualore fosse dovuta ad un semplice tensionamento della cella o di un eccessivo serraggio si sarebbe risolta, come poi ho dimostrato. Le lenti infatti erano serrate in modo eccessivo, generando stress e tensionamenti vari. Svitare la filettatura che le tiene in sede è stato tutt'altro che facile essendo stata utilizzata anche una colla frena-filetti. Con pazienza e qualche colpo deciso sono riuscito a forzare la filettatura interna e ad accedere al tripletto.


L'annerimento poco deciso è stato da me rivisto e tutti gli elementi che hanno "sofferto" un po il tempo sono stati detersi e riportati al loro splendore originale. L'adeguata opacizzazione che ho eseguito ha anche ritirato fuori un'intensità dei trattamenti ottici non presente dalle impostazioni di fabbrica. Le lenti una volta deterse, annerite e ben allineate sono state rimontate nella cella ottica che non dispone di distanziatori in silicone per un eventuale compensazione termica. Per questo motivo non ho serrato con forza le lenti una volta messe correttamente in sede, ma ho semplicemente serrato quel poco da bloccarle per poi passare due punti di colla rimovibile sulla filettatura interna per tenerle al riparo da disallineamenti durante le dilatazioni termiche. Dopo qualche ora e meglio ancora dopo qualche giorno le immagini di diffrazione dopo un accurata collimazione sono virate in immagini da manuale di ottica. Come si vede sotto in foto, perfettamente circolari e prive di qualsiasi pinch o astigmatismo sia in intra che in extra!


  Superfluo dire che a fuoco mi sono trovato dischi di airy perfetti, stelle sature e prive di cromatismo, una meraviglia di colori per gli occhi! Netto il gap con rifrattori ED anche in fpl53.
Il test di Ronchi da me eseguito sulla stella Sirio, ha evidenziato una perfezione ottica quasi assoluta, linee dritte e regolari, praticamente identiche le immagini sia in intra che in extra focale. Mi aspettavo sinceramente una sovra o sottocorrezione sferica date le immagini di diffrazione ottenute allo star test in extra focale, ma il responso è stato negativo.


Test di Ronchi sul William Optics FLT - 10 linee per mm.

Ho provato l'ottica su venere con un oculare Stratus da 3,5mm e a ben 220x non era presente la minima traccia di aberrazione cromatica. Sfuocando un po si notava un debole alone indaco, ma nulla di che.
Un ottimo SW 120ED di contro offriva un immagine a fuoco con un debole alone viola-fuxia a segnalare una non perfetta apocromaticità.
Opacizzazione del tubo ottico e diaframmatura:
Prima però di passare alle vere e proprie osservazioni ho deciso di sistemare anche
Il tubo ottico che internamente presentava varie pecche come si  vede in foto.
Era presente uno strabordo di grasso utilizzato per le filettature, aspetto che non pensavo di trovare in telescopi di questa fascia (riscontrato anche in dei Vixen Japan ED), ma per fortuna tutto risolvibile.


I diaframmi interni son ben calibrati e calcolati ma anche questi un po troppo lucidi per i miei gusti. Smontato anche il focheggiatore ho iniziato le varie fasi dell'annerimento fino a giungere al risultato da me desiderato: un totale contenimento delle luci parassite ed una vera e propria camera oscura. Nella foto sottostante  a sinistra il tubo prima dell'annerimento, a destra il dopo!
         
 Infine ho sistemato e calibrato il focheggiatore da 4" e rimontato il tutto sempre utilizzando il collimatore REEGO.

La prova sul cielo :
Non appena lo strumento è stato messo a punto ho avuto modo in questo autunno ed inverno di provarlo con profitto anche se ancora non molto su pianeti, per cui mi riservo di completare il test non appena saranno di nuovo visibili Giove, Marte e Saturno. Le immagini a basso ingrandimento sono spettacolari specie con oculari SWA Meade serie 5000 utilizzati per il deep sky. Che dire stelle capocchie di spillo, colori fedeli e saturi. Emerge una certa curvatura di campo che comunque ben si accorda con questi oculari grandangolari, mentre con oculari flat field si nota una mancata coincidenza dei rispettivi piani focali. Meravigliosa la nebulosa si Orione, le Pleiadi e i vari ammassi stellari offerti dal cielo invernale.
Salendo di ingrandimento ho preso a riferimento alcune coppie di stelle doppie. I dischi di Airy sono perfetti e raramente interrotti dalla turbolenza atmosferica. Le nebulose si stagliano su un cielo scuro come la pece e mostrano dettagli che aperture superiori a specchio non mostrano, altresì rifrattori utilizzati come confronto (Meade 127ED serie 5000, SW 120ED, Tecnosky 115; Ts Apo triplet 115/800) sono risultati inferiori in termini di contrasto, solo il Meade era in grado di rivaleggiare grazie alla buona ottica e alta risoluzione, ma in termini di contenimento del cromatismo lo WO li ha surclassati tutti.
La stella Sirio ha mostrato la totale assenza di cromatismo anche in intra ed extra focale, confermando una resa realmente apocromatica, tutte le stelle esaminate comprese Arturo e Regolo hanno evidenziato una immagine da test book, con colori saturi ed un grazioso disco di Airy: perfette. Assenza di luce diffusa a conferma di una buona lavorazione e lucidatura ottica.
Su Venere come già scritto sono rimasto molto impressionato dalla totale assenza di cromatica anche ad alti ingrandimenti, il pianeta restava bianco su un fondo cielo molto scuro. I risultati migliori li ho ottenuti abbinando uno Stratus da 3,5mm, mentre con un T japan da 4mm nonostante la maggior luminosità si otteneva una immagine più turbolenta e meno dettagliata.
La Luna ha offerto un'immagine di qualità ad altissimo contrasto, specie utilizzando ortoscopici a media e lunga focale. Molti i dettagli fini visibili, al pari di un'ottica da 127mm come quella del Meade Apo Serie 5000. DOve uno strumento del genere diventa accattivante è sul campo fotografico. Qui elaboreremo a breve immagini di cielo profondo non appena il tempo e gli impegni lo consentiranno.

 
Foto della luna ottenuta con singolo scatto in afocale per proiezione di oculare da 16mm e telefono Samsung - si noti nonostante la modesta tecnica di ripresa la totale assenza di aberrazione cromatica al bordo!

Concludendo: cosa mi è piaciuto di più? la correzione cromatica di altissimo livello, al pari di marchi come Takahashi. cosa mi è piaciuto di meno? la presenza di un certo astigmatismo presente nella versione uscita di fabbrica ed un lieve residuo di sferica. Fortunatamente sono riuscito a portare un'ottica già di per se molto buona ad un livello ben superiore in termini di intubazione e montaggio, tale da garantirne la totale assenza di astigmatismo e quindi ad avere uno strumento che offre immagini al limite di diffrazione.
Ci riaggiorneremo appena il tempo sarà più clemente per le osservazioni e riprese planetarie e di deep sky!
Clear Skies!



Davide Sigillò